Gli archivi sono scrigni di bellezza che raccontano storie spesso affascinanti. Una di queste ha come protagonisti l’archivio fotografico del Touring Club Italiano, il fotografo di origine veneziane Antonio Beato (1825?-1906) e 48 fotografie dell'Egitto di fine Ottocento.
L’archivio ha avuto origine per impulso di Luigi Vittorio Bertarelli – socio fondatore e vera anima dell’associazione – già nel 1898, con l’intento di realizzare una grande raccolta collettiva di fotografie per illustrare e far conoscere l’Italia.
Attualmente sono oltre 350.000 le stampe fotografiche d’epoca – grosso modo comprese tra il 1870 al 1970 – che il Touring, a partire dagli appelli di Bertarelli, ha raccolto e conservato: fotografie donate o eseguite da Soci per i concorsi indetti dall’Associazione, acquisti da studi fotografici e/o fotografi per illustrare le pubblicazioni, altri canali meno decifrabili, in quanto non abbiamo documentazioni sulla provenienza della quasi totalità – specie di quella più antica – delle stampe.
Di Antonio Beato abbiamo poche e incerte notizie biografiche. Di origine veneziana e fratello del più famoso Felice, lo segue in India, dove non rimane a lungo se, già nel 1862, risulta risiedere a Luxor, in Egitto. Qui Beato avvia uno studio fotografico e tra il 1870 e il 1888 realizza moltissime immagini dedicandosi ad un sistematico censimento di monumenti e resti architettonici e tombali dell’antica civiltà egizia. Notevole il successo commerciale di questa sua attività, dovuto al fascino che l’Egitto esercitava sui viaggiatori sin dai tempi napoleonici e che nel suo tempo non era affatto scemato.
La fotografia, all’epoca ancora riservata ai professionisti per via della sua recente comparsa e diffusione, diventa il medium per eccellenza, la testimonianza tangibile, reale e oggettiva del viaggio intrapreso, un trofeo da esibire nei salotti dell’epoca per rafforzare il ricordo e le storie dei Gran Tour dell’Egitto dei Faraoni.
In questo contesto si inseriscono le 48 foto dell’archivio del Touring Club che molto probabilmente sono il lascito di uno o più soci che intrapresero il viaggio e acquistarono gli scatti direttamente dallo studio fotografico di Antonio Beato a Luxor. Le 48 stampe all’albumina, incollate su un supporto di cartoncino e conservate
verticalmente per decenni in cassetti, presentano problemi poiché i supporti risultano imbarcati, rendendo qualsiasi utilizzo impraticabile. Si è pertanto ritenuto doveroso un intervento di restauro per ripristinare la planarità e il condizionamento corretto.
Il Touring Club con la collaborazione e il supporto dell’associazione no profit SOS Archivi, che da anni promuove la tutela del patrimonio archivistico, ha avviato un
progetto di restauro, digitalizzazione e valorizzazione delle 48 stampe. Il progetto è già in fase avanzata e al momento vede le foto in via di definitivo restauro
e pronte per la digitalizzazione ad alta risoluzione. Il fine di questa operazione non è solo quello di restaurare le opere di Antonio Beato, ma anche di raccontare l’intero processo per sensibilizzare un pubblico il più ampio possibile, e non solo di addetti ai lavori, sull’importanza e il valore degli archivi: con gli archivi si fa e si trasmette cultura.
Tutti noi abbiamo bisogno di rapportarci con la nostra memoria, abbiamo bisogno di sentire storie, comprendere le relazioni profonde che esistono tra diversi tipi di documenti e che sono esse stesse il segno di una storia. Una conservazione corretta dei materiali (in questo caso le stampe di Beato) è il primo passo, necessario ma non esaustivo per poter sviluppare e raccontare le storie che evocano e di cui sono simboli e testimoni. La valorizzazione di un archivio, così come il progetto stesso, prende le mosse dal recupero per arrivare a raccontare una storia che è ricca a vari livelli e intrecci: è una storia della passione per l’Egitto e per
la fotografia, di intraprendenza e spirito di iniziativa, di passione per gli archivi, ma è anche la storia del Touring Club e della volontà e mission di SOS Archivi di portare al pubblico memorie per ricordare e per costruire un futuro più consapevole.
Questa storia di valorizzazione e recupero verrà esposta e raccontata presso il Castello Sforzesco a Milano dal 16 maggio al 24 giugno di quest’anno. Durante la mostra, a cura di Roberto Mutti e Luciana Senna, verranno esposte le 48 foto originali e restaurate, accompagnate da un documentario che racconta tutte le tappe del progetto attraverso la voce di coloro che lo hanno reso possibile. Sul sito web dedicato e realizzato da SOS Archivi, e sui canali Facebook e Instagram dell’Associazione, verranno pubblicati gli aggiornamenti sulle fasi di restauro e digitalizzazione, corredati da testi e immagini esplicativi.
Il recupero e la tutela dei beni archivistici rappresentano uno degli obiettivi principali dell’Associazione SOS Archivi, che promuove la diffusione di una cultura operativa finalizzata alla corretta tutela del nostro ricco patrimonio culturale e si adopera per la sensibilizzazione alla gestione dell’emergenza sul territorio nazionale, tramite workshop ed esercitazioni che illustrano le best practices da attuare in caso di calamità e situazioni accidentali.
Per SOS Archivi, il progetto sviluppato in collaborazione con il Touring Club è il primo di molti progetti a venire, dedicati alla valorizzazione di fondi e collezioni del patrimonio archivistico italiano.
Per saperne di più
Storia di un archivio, il progetto di SOS Archivi e del Touring Club Italiano