Il progetto Unu de sos kentu mitza-Uno dei centomila, dedicato ad uno dei 100.000 soldati caduti nella Grande Guerra che ora riposano nel sacrario di Redipuglia (GO), ha avuto origine dal desiderio di rendere un doveroso tributo alla memoria dei 13.000 e più soldati sardi che hanno dato la vita per l'Italia durante la Grande Guerra e ha tratto spunto da una delle tante testimonianze restituite dai fascicoli del fondo del Tribunale di Oristano, custoditi nel locale Archivio di Stato.

Il sacrario di Redipuglia (GO)

Giovanni Battista Camedda, soldato di Riola Sardo (piccolo paese dell’oristanese) arruolato nel IV Reggimento Bersaglieri di stanza a Torino, torna in licenza al suo paese dopo essere stato ferito e racconta ad amici e parenti gli orrori della guerra. Denunciato alle autorità per aver violato l’obbligo del silenzio, viene arrestato e interrogato nella caserma dei Carabinieri di Riola; per difendersi, dichiara di aver raccontato quegli orrori perché in stato di ebbrezza. Come punizione, viene rimandato al fronte dove incontra la morte.
Da questa vicenda è tratta una breve opera teatrale, che ricostruisce il dramma dei genitori, ai quali è strappato il figlio da una guerra lontana contro un nemico sconosciuto e lo vedono ferito e poi disonorato come soldato. Nella finzione scenica interviene il soldato nuorese Bachisio che, salvato da Giambattista al fronte, va a trovare i genitori a Riola e ne riabilita la memoria.
La correttezza della ricostruzione storica è garantita da Giuliano Chirra, autore dell’opera Mortos in terra anzena, dedicata ai soldati sardi morti in terra straniera durante il primo conflitto mondiale e profondo conoscitore della realtà sociale e culturale dei paesi sardi, al quale si devono preziosi spunti per la caratterizzazione dei personaggi, oltre al titolo del lavoro.
Il dramma è stato messo in scena nell’autunno 2015 da venti allievi del Liceo classico “S. A. De Castro”, già coinvolti in diversi laboratori didattici sulla Grande Guerra gestiti dall’Archivio di Stato, con la regia di Giampaolo Salaris, della Compagnia teatrale Sardinia maskaras. Maresciallo e brigadiere indossavano divise prestate da due studiosi che frequentano l’Archivio di Stato e un altro assiduo frequentatore della sala studio ha portato in dono alla direttrice dell’Archivio, Carla Ferrante, la memoria del luogo dove giace il povero soldato Giovanni Battista Camedda.
Il progetto, interamente condotto a titolo gratuito, è stato avviato nel giugno del 2015 e si è concluso con l’ultima rappresentazione il 14 dicembre dello stesso anno.
Per dare continuità al lavoro fatto e alla collaborazione con gli studenti e i docenti del Liceo, nell’ambito del progetto di alternanza scuola-lavoro nell’anno scolastico 2015-2016, si è portato avanti un laboratorio di ricerca che ha messo a confronto i documenti prodotti dalla Scuola elementare di Ghilarza nel periodo della Grande Guerra e nel Ventennio fascista (conservati dall’Archivio di Stato) con le riflessioni sull’educazione e la didattica fatte da quello che fu uno degli studenti più illustri della Scuola ghilarzese, Antonio Gramsci. I risultati della ricerca sono confluiti in una mostra dal titolo La Scuola ai tempi della Guerra, allestita in Archivio di Stato con la collaborazione degli studenti, che hanno anche effettuato visite guidate.

Infine, il 24 settembre, in occasione delle Giornate europee del patrimonio, gli studenti del Liceo classico e gli allievi della classe terza ad indirizzo musicale delle Scuole medie di Ghilarza si sono alternati nella lettura recitata e nell’esecuzione di brani musicali sui temi della Scuola all’epoca fascista, della prigionia di Gramsci e delle preoccupazioni di un padre per l’educazione morale ed intellettuale dei figlioletti, quali emergono dalle Lettere dal carcere. E poiché il 27 aprile 2017 ricorrono gli ottant’anni dalla morte dell’intellettuale, nel prossimo progetto di alternanza scuola-lavoro si intende procedere su questi temi, per approfondirli e riproporli.

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