28 Luglio 2017
Elisa Salvalaggio (Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea)
Suoni, parole e musica sono sempre stati percepiti come volatili, instabili, effimeri, contrapposti agli "scripta" indelebilmente fissati. Con l’invenzione e la messa a punto di sistemi di registrazione sempre più perfezionati i suoni e le voci hanno perso la loro volatilità e oggi hanno acquisito lo status di veri e propri documenti, possono essere riprodotti, restaurati e conservati: molti di questi materiali sono riuniti in raccolte e archivi che rappresentano una fonte irrinunciabile per la memoria personale e collettiva, e costituiscono una parte fondamentale del patrimonio culturale del Novecento.