Uno studio sulla storia degli archivi familiari e dei relativi strumenti di descrizione tra medioevo ed età moderna.
Il volume si inserisce all’interno di un panorama internazionale di ricerche di storia degli archivi che negli ultimi tempi si è fatto assai vivace, per merito di una sempre più folta schiera di storici, soprattutto dell’età medievale e moderna, il cui interesse per questo filone di studi è andato maturando in parallelo alla riconsiderazione degli stessi fondamenti epistemologici del rapporto fra storiografia, fonti documentarie e archivi.
La ragione dell’originalità e interesse del volume – pur nella specificità dell’area geografica coperta, che è quella portoghese – è duplice: da un lato per la tipologia degli archivi oggetto della ricerca, quelli di famiglia, e dall’altro, e soprattutto, per l’aver posto al centro di essa non tanto la documentazione come tale – che in taluni casi non esiste più, essendo andata dispersa o distrutta – ma gli strumenti elaborati nel corso dei secoli per descrivere quegli archivi.
Questo approccio scaturisce dai progetti di ricerca promossi sull’uno e sull’altro tema dal portoghese Instituto de Estudos Medievais, che nel 2012 ha pubblicato una raccolta di saggi di taglio internazionale dedicata agli archivi di famiglia (Arquivos de Família, séculos XIII-XX: que presente, que futuro?, a cura di Maria de Lurdes Rosa IEM – Instituto de Estudos Medievais, CHAM – Centro de História de Além-Mar e Caminhos Romanos, 2012), mentre, più recentemente, ha avviato il progetto INVENTAR.ARQ. Tale progetto, come affermano i curatori del volume nel saggio introduttivo, mira a una riconsiderazione degli archivi europei da una prospettiva interdisciplinare che combina storia, antropologia storica e archivistica.
INVENTAR.ARQ ha prodotto una banca dati che sistematizza le informazioni sugli inventari analizzati, che spaziano dalla data ai caratteri estrinseci dello strumento, dal contesto della sua elaborazione alle vicende storiche della sua trasmissione, dal committente all’autore, dalle finalità allo specifico approccio descrittivo adottato. Gli inventari si rivelano così una cartina di tornasole estremamente efficace per cogliere le trasformazioni che, nel corso del tempo e per effetto di mutamenti nel regime giuridico della proprietà nobiliare, nei rapporti sociali, e, infine, nella cultura e nella mentalità correnti, hanno interessato le modalità di produzione e di organizzazione degli archivi di famiglia, nonché l’utilizzazione dei documenti in essi custoditi, e in ultima analisi, le ragioni stesse della loro sedimentazione, conservazione e, per alcuni di essi, dispersione e scomparsa.
Il volume, oltre a presentare le schede descrittive di trentasei strumenti di ricerca archivistici, pubblica una dozzina di saggi, alcuni dei quali sono dedicati all’analisi delle specifiche caratteristiche e alla storia di alcuni degli inventari descritti. Altri, invece, inquadrano, con taglio più generale, i temi affrontati nel volume, compresi quelli del rapporto fra storici, documentazione archivistica e strumenti di ricerca, richiamando i primi ad una maggiore consapevolezza del carattere non neutrale di questi ultimi e sottolineando come gli inventari non possano non costituire, per la loro stessa natura, un diaframma che si frappone fra il ricercatore e l’archivio, anche quando l’intento dell’archivista che li elabora è quello di esercitare la mediazione più fruttuosa possibile fra utente e documentazione.
Dati editoriali:
Rethinking the Archive in Pre-Modern Europe: Family Archives and their Inventories from the 15th to the 19th Century
Curatori: Maria de Lurdes Rosa e Randolph C. Head
IEM – Instituto de Estudos Medievais, 2015
ISBN: 978-989-98749-9-2
Il volume è anche disponibile online.