Mondriaan e funzionigramma

Fra le sperimentazioni avanguardiste di primo Novecento l’esperienza di Pieet Mondriaan rappresenta una ossessione figurativa fatta di forma, segno e colore. Nel suo processo di creazione la semplificazione diviene un gesto profondamente conoscitivo. «L’aspetto delle cose in natura cambia, ma la realtà rimane costante». La sintesi ottenuta restituisce informazioni sul carattere tipico delle cose, trascurando o meglio eliminando la traccia del particolare e della connotazione.

Mondriaan e funzionigramma

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Fra le sperimentazioni avanguardiste di primo Novecento l’esperienza di Pieet Mondriaan rappresenta una ossessione figurativa fatta di forma, segno e colore. Nel suo processo di creazione la semplificazione diviene un gesto profondamente conoscitivo. «L’aspetto delle cose in natura cambia, ma la realtà rimane costante». La sintesi ottenuta restituisce informazioni sul carattere tipico delle cose, trascurando o meglio eliminando la traccia del particolare e della connotazione.

Allo stesso modo ogni archivista alle prese con la definizione di un piano di classificazione, dovrebbe trascurare la struttura (qualunque dimensione abbia) di un soggetto produttore e concentrarsi sulle sue funzioni (primarie, finali, strumentali, trasversali). «Un documento non muta la propria natura e, quindi la propria classificazione, se a produrlo è il settore Ragioneria anziché il settore Bilanci e Contabilità» (G. PENZO DORIA, La linea dell’arco. Criteri per la redazione dei titolari di classificazione)
Attraverso lo studio della normativa di riferimento condotto in “forma sincronica quanto in forma diacronica” e una “frequentazione assidua” con la tabella dei procedimenti amministrativi si dovrebbe essere in grado di “astrarre” titoli e classi delineando una struttura gerarchica e modulare.

Per meglio comprendere il percorso del maestro olandese è utile approfondire il suo rapporto con i Cubisti. Pur ammirandoli, il primo rimprovera ai secondi il tradimento della loro stessa intuizione: «L’intenzione del Cubismo era esprimere il volume… rimanendo perciò fondamentalmente un’espressione naturalistica, una sola astrazione, non la vera arte astratta». L’esperienza artistica di Mondriaan è diversa e forse più profonda concettualmente, perché intrisa di una riflessione che non si ferma alla rappresentazione ma arriva alla negazione del momento. Se si considera che ogni cosa subisce involontariamente il trascorrere tempo, ridurre all’essenzialità la rappresentazione di un albero, diviene il tentativo di renderlo stabile e riconoscibile universalmente.

L’introduzione novecentesca del Titolario come “orma” di sedimentazione documentale non solo sottrae, almeno parzialmente, l’“involontarietà” ma fa di più: ricolloca l’ordinamento all’origine del complesso documentario superando di fatto il fattore temporale: «il progetto classificatorio che era da sempre stato una componente costitutiva dell’archivio-thesaurus, fallito in gran parte come modulo per il riordinamento degli archivi morti, si sia poi imposto all’origine come falsariga per il costituirsi degli archivi in formazione, e quindi come struttura portante dell’archivio sedimentato» (F. VALENTI, Riflessioni sulla natura e struttura degli archivi)

Malgrado la classificazione (collegata alla fascicolazione) regoli la sedimentazione dei documenti attribuendo ad essi una collocazione logica ben precisa siamo giunti nel corso del tempo, in maniere più o meno unanime, a riconoscere come essa sia una attività gestionale e non costitutiva dell’archivio. Tuttavia, rileggere le parole di Raffaele De Felice: « l’organicità della formazione della serie d’archivio, da considerare elemento essenziale alla formazione dell’archivio, si attua in funzione del quadro di classificazione, questo deve essere inteso come unico strumento attraverso il quale si può pervenire all’atto conoscitivo dell’esistenza nel documento di quell’elemento della reductio ad unum senza la quale non si potrebbe avere una universitas rerum» ( R. DE FELICE, L’Archivio contemporaneo. Titolario di classificazione sistematica di competenza nei moderni archivi correnti pubblici e privati), tenendo a mente l’esperienza di Mondriaan e lo “spettro” attualissimo dell’indicizzazione come strumento di organizzazione dei documenti contemporanei, spinge gli archivisti a domandarsi nuovamente se sia giusto e conveniente considerare come atto costitutivo di un archivio, la sua sedimentazione involontaria o la struttura logica che lo regolerà.

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