Si è concluso il 20 febbraio 2018 a Firenze il corso di formazione per sviluppatori della piattaforma MetaFAD organizzato dall’Istituto Centrale per gli Archivi (ICAR), in collaborazione con l’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane e per le informazioni biblioteche (ICCU) e con il Polo Digitale degli Istituti Culturali di Napoli, in vista del rilascio definitivo in modalità Open Source della piattaforma MetaFAD (Sistema di gestione integrata dei Beni Culturali) previsto per il primo semestre del 2018.

Architettura funzionale di metaFAD

 

 

Il corso, molto interessante e ben strutturato, indirizzato a tecnici informatici di società che operano nell’ambito dei beni culturali, ha spaziato tra gli argomenti più vari: è stata descritta l’architettura del sistema e il dettaglio di tutte le componenti.

La finalità del corso era proprio quella di permettere ai discenti di conoscere e quindi installare il sistema completo, adattarlo per un istituto culturale e renderlo quindi utilizzabile per descrivere archivi, collezioni d’arte e biblioteche in un unico ambiente integrato, consentendone l’immediata fruizione attraverso il web.

Facciamo un passo indietro, vediamo cos’è MetaFAD e quali sono le sue finalità.
MetaFAD è una piattaforma multi-standard rilasciata con licenza open source.
Oltre al GruppoMeta – che si è occupato dello sviluppo della piattaforma tecnologica – e al Polo digitale degli Istituti Culturali di Napoli, sono stati coinvolti l’ICCU, l’ICCD e l’ICAR, i tre principali istituti del MIBACT dediti alla elaborazione degli standard e delle linee guida per la gestione della documentazione culturale intesa nel senso più ampio del termine.
La definizione di un modello operativo comune, che ha poi dato luogo al software metaFAD, è nata dall’esigenza di integrare le diverse tipologie di beni culturali, permettere a più istituti di collaborare e condividere risorse e contenuti dell’immenso patrimonio culturale, rendendoli quindi disponibili e utilizzabili da studiosi e utenti per aprire le porte degli archivi digitali ai grandi aggregatori nazionali e internazionali.
I tre istituti hanno collaborato al progetto definendo – ognuno per il proprio dominio di competenza – i profili dati e le specifiche necessarie alla realizzazione di un sistema che fosse interoperabile con gli aggregatori nazionali curati da ciascuno di essi.
Uno dei principali obiettivi di progetto è stato di creare un unico ambiente di lavoro in grado sì di gestire schede di diverso tipo, ma al contempo di accompagnare il personale degli istituti lungo l’intero workflow operativo che dalla descrizione e dalla digitalizzazione arriva alla metadatazione, alla fruizione Web del bene, fino all’erogazione dei servizi all’utenza.

Per un approfondimento dettagliato, le schede catalografiche implementate sono state suddivise per ambito:


Archivistico
:

  • Complessi (tracciato analitico definito dall’ICAR, ISAD compliant)
  • Entità (tracciato innovativo definito dall’ICAR e conforme al nuovo modello concettuale RiC (Record in Context)


Bibliografico
:

  • SBNUnimarc e SBNMarc (in cooperazione applicativa)
  • MODS (Metadata Object Description Schema)
  • TEI-MS (Manus-compliant) (Text Encoding Initiative Manuscript Description)


Patrimonio storico-artistico
:

  • OA (opera d’arte)
  • F (fotografia)
  • D (disegno)
  • S (stampe)

Inoltre sono gestiti i metadati degli oggetti digitali nei formati:

  • MAG 2.01
  • METS-SAN
  • Google-METS
  • METS-LOC (secondo un profilo applicativo conforme alle best practices definite da Library of Congress)

Per saperne di più

metaFAD. Sistema di gestione integrata dei beni culturali Luigi Cerullo – ICCU

Una piattaforma digitale per gli istituti culturali napoletani: MetaFAD  Priscilla Sermonti – Icar

Ancora su MetaFAD: alcune considerazioni  Sonja Moceri – Icar

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