Nel 2020 ricorrevano i 950 anni dalla dedicazione della cattedrale lucchese di S. Martino. La celebrazione di questa ricorrenza, slittata al 2021 a causa della pandemia, ha offerto all'Archivio di Stato, all'Archivio Storico Diocesano e alla Biblioteca Statale di Lucca l'occasione di rinnovare e rafforzare una collaborazione altre volte in passato proficuamente attuata, e naturalmente stimolata dalle molteplici relazioni esistenti fra i patrimoni archivistici e librari in essi custoditi.

È nata così la mostra documentaria dedicata alla cattedrale lucchese, corredata di catalogo con saggi introduttivi (di Raffaele Savigni, Carlotta Taddei, Paola Antonella Andreuccetti, Marcello Brunini), per una migliore contestualizzazione dei documenti esposti.

Il percorso espositivo, allestito nelle sale del piano “nobile” di Palazzo Guidiccioni (sede centrale dell’Archivio di Stato) ripercorre innanzitutto alcune tappe fondamentali dell’evoluzione artistico-architettonica della cattedrale. Fra i documenti esposti spicca la tavola di apertura del Martilogio generale di tutti i beni della Mensa Capitolare, un volume di grande formato che presenta un elenco di possedimenti terrieri e il cui nome si ipotizza derivare dal nome di Marte, quale dio della terra. Il disegno è stato scelto per la locandina della mostra in quanto offre una rappresentazione della piazza e della cattedrale di S. Martino come apparivano nella seconda metà del Cinquecento, in forme non troppo diverse da quelle attuali.
Interessanti approfondimenti riguardano alcuni progetti, mai realizzati, di trasformazione dell’edificio, come quello di Muzio Oddi da Urbino (1569-1639), o quello del messinese Filippo Juvarra (1678-1736), che non fu attuato per ragioni economiche. Questi progetti offrono «la possibilità di immaginare il duomo di San Martino in una veste totalmente diversa da quella nella quale possiamo vederlo oggi» (Lucca e la sua cattedrale nei 950 anni dalla consacrazione (1070-2020), a cura di V. Bagnai Losacco, V. Cappellini, T. M. Rossi, G. E. Unfer Verre, Lucca, Maria Pacini Fazzi, 2021, pp. 101). L’excursus storico-artistico della prima sezione si chiude con un gruppo di testimonianze conservate presso la Biblioteca statale di Lucca, riguardanti il monumento di Ilaria Del Carretto, fra cui l’Historia delle vite de’ santi (1629) di Cesare Franciotti, che, per primo, identificò la giacente in Ilaria Del Carretto, e la Storia della scultura dal suo risorgimento in Italia fino al secolo di Canova (1813-1818) del conte Leopoldo Cicognara, contenente la prima documentazione visiva del celeberrimo monumento.

Il rapporto della cattedrale con la comunità dei fedeli, e, più in generale, con la popolazione locale e con le istituzioni politiche, è illustrato nella seconda sezione della mostra, dedicata alla liturgia e alla devozione. Vengono innanzitutto presentate alcune particolari tipologie documentarie relative alla pratica liturgica in cattedrale, come il Passionario P+ della Biblioteca Capitolare Feliniana (Archivio storico diocesano di Lucca), raccolta di testi da leggersi durante il mattutino, l’Ordo officiorum Ecclesiae Lucensis, principale fonte della liturgia celebrata a Lucca nel XIII secolo, e un cinquecentesco Processionale per le Rogazioni, ovvero le solenni processioni che, fin dall’Alto Medioevo, si svolgevano il 25 aprile e nei tre giorni precedenti l’Ascensione per propiziare il raccolto. Il famoso manoscritto trecentesco noto come codice Tucci-Tognetti, contenente la leggenda dell’arrivo del Volto Santo (o Santa Croce) a Lucca e dei miracoli ad esso attribuiti, introduce un gruppo di testimonianze sulle principali feste di natura religiosa e civile dell’antica Repubblica di Lucca: Santa Croce (13-14 settembre), San Martino (11 novembre), Libertà (prima domenica di Pasqua).
L’organizzazione di queste feste era regolamentata e finanziata dall’autorità civile, come attestano le disposizioni contenute negli Statuti comunali esposti in mostra, che documentano antichi rituali, quali la vestizione del gruppo scultoreo con San Martino che dona il mantello al povero posto sulla facciata della cattedrale. Delle tre feste, quella della Libertà, istituita dalla Repubblica di Lucca nel 1370 per celebrare la fine del dominio pisano (1369), rimase, fino a tutto il Settecento, l’unica festa di matrice civile, carica, al tempo stesso, di valenze religiose di cui è espressione la cappella della Libertà, istituita in cattedrale già nel XIV secolo, con il suo altare, che fu rifatto nel Cinquecento dal famoso scultore fiammingo Jean de Boulogne (Giambologna), come attesta il protocollo notarile esposto in mostra, contenente l’atto di affidamento dell’incarico.
Numerose sono poi le fonti, testuali e/o iconografiche, sul Volto Santo, e non manca la suggestione di un parallelismo con la nostra attualità, attraverso il ricordo di una festa di Santa Croce in tempi di colera, affiorante dalle carte ottocentesche del Gabinetto della Prefettura di Lucca.
La rassegna storica dell’ultima sezione propone una serie di focus su alcuni avvenimenti storici particolarmente significativi nella storia plurisecolare della cattedrale lucchese, dalla consacrazione del 6 ottobre 1070 al cannoneggiamento tedesco del 10 settembre 1944, che distrusse le vetrate realizzate nel XIX secolo dalla vetreria Bertini, risparmiando, fortunatamente, quelle quattrocentesche dell’abside.
Nell’intento dei curatori il percorso espositivo permetterà ai visitatori di cogliere sia gli aspetti contenutistici sia quelli che attengono alla fattura materiale dei pezzi proposti, come il supporto, il tipo di scrittura, l’ornamentazione.

Lucca e la sua cattedrale nei 950 anni dalla consacrazione (1070 – 2020)
Archivio di Stato di Lucca
(25 settembre – 27 novembre 2021)
La mostra è aperta, su prenotazione della visita guidata gratuita, tutti i martedì e mercoledì, mentre il lunedì è riservato alle visite delle scuole. Sono previste aperture straordinarie domenica 10 ottobre (Domenica di Carta) e sabato 27 novembre 2021.

Per saperne di più

Informazioni e recapiti nella pagina dedicata nel sito dell’Istituto

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