La Soprintendenza archivistica per la Toscana era da tempo a conoscenza dell’esistenza dell’archivio della famiglia Rosselli, conservato a pochi chilometri da Firenze, nella villa dell’Apparita, che era stata tra l’altro l’ultima residenza di Nello Rosselli, vero e proprio rifugio in cui poteva portare avanti il suo lavoro di storico, lontano dalla quotidiana retorica imposta dal regime fascista.

L’archivio infatti era stato in precedenza utilizzato da alcuni studiosi per le loro pubblicazioni sui fratelli Rosselli; ad esempio lettere e documenti del carteggio di Nello erano stati pubblicati già nel 1979 nel volume Nello Rosselli: uno storico sotto il fascismo: lettere e scritti vari, 1924-1937, a cura di Zeffiro Ciuffoletti (Firenze, La nuova Italia, 1979).
Anche se era stato possibile effettuare alcune visite (in particolare nel 1988 e nel 1992), che avevano portato alla stesura di relazioni descrittive, non fu possibile però riuscire a prendere visione delle carte in maniera sistematica, per una serie di motivi, tra cui le precarie condizioni di salute di Maria Todesco, vedova di Nello.
Le descrizioni realizzate in queste due circostanze erano quindi estremamente sommarie, anche se facevano intuire almeno parzialmente la rilevanza di questo patrimonio documentario; in particolare venivano relativamente evidenziati i documenti di Nello Rosselli, mentre le restanti carte di altri esponenti della famiglia (in particolare quelle della madre, la scrittrice Amelia Pincherle Rosselli e quelle del fratello maggiore, Aldo, caduto al fronte nella Prima guerra mondiale) erano descritte in forma ancora più sommaria. Per inciso, all’Apparita si trovavano anche le carte prodotte da Carlo Rosselli fino al momento dell’esilio, il 1929 (i documenti posteriori sono da molti anni conservati all’Istituto storico della Resistenza in Toscana -ISRT nel fondo denominato Giustizia e Libertà).

Fu comunque possibile emanare la dichiarazione di notevole interesse storico in data 23 maggio 1991 e, successivamente, elaborare una scheda descrittiva del fondo, pubblicata nella Guida agli archivi di personalità della cultura in Toscana tra ‘800 e ‘900 (Firenze, Olschki, 1996).
Le vicende successive portarono gli eredi di Maria Todesco (nel frattempo deceduta) alla decisione di vendere l’archivio ad un ente che ne garantisse la conservazione e la fruizione. La scelta cadde sulla Fondazione Rosselli di Torino. Prima del trasferimento a Torino fu però possibile alla Soprintendenza di prendere visione in forma più sistematica della documentazione; in tale occasione fu redatto un elenco di consistenza più esaustivo di tutte le carte, che cronologicamente partivano dagli anni del Risorgimento per arrivare a coprire tutta la prima metà del Novecento.
A Torino, a partire dal settembre 2002, iniziò un intervento che ha portato ad un’inventariazione quasi totale delle carte, ad opera di tre archiviste, Carla Ceresa, Valeria Mosca e Daniela Siccardi, che hanno usato per tale descrizione il software Guarini. L’inventario è al momento solo parzialmente consultabile online, in un portale comunque utile per gli studiosi e ricco di informazioni storico-archivistiche.

La Fondazione Rosselli di Torino ha però avuto, in particolare negli ultimi anni, una vita travagliata che ha determinato, alla fine, la messa in liquidazione di tutto il patrimonio dell’ente. A questo punto, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, al fine di evitare il rischio di un’eventuale dispersione dell’archivio e della biblioteca (tra l’altro unitariamente vincolati da un decreto emesso il 27 dicembre 1994 dall’Ufficio centrale per i beni librari e gli istituti culturali del Ministero per i beni culturali e ambientali, che li aveva dichiarati “di interesse eccezionale”) ha deciso di acquistare tale patrimonio e di destinarlo a Firenze, ritenendolo la sede naturale in cui conservare archivio e biblioteca, dati gli stretti legami esistenti tra la famiglia Rosselli ed il territorio fiorentino, dove tra l’altro sono conservati molti archivi di famiglie e di persone che ebbero rapporti con i Rosselli. È stato possibile così ricomporre un’unitarietà del fondo di Nello Rosselli, in quanto Maria Todesco aveva a suo tempo donato a quell’Archivio di Stato molte carte relative agli studi storici sul Risorgimento di Nello Rosselli, in particolare su Giuseppe Montanelli. Inoltre, come già ricordato, gran parte dell’archivio di Carlo Rosselli si trova all’ISRT. Tra gli impegni presi dal Ministero al momento dell’acquisizione vi è il completamento in tempi rapidi del lavoro di inventariazione e la sua pubblicazione integrale sul web.

Infine, il 9 giugno 2017, in occasione dell’ottantesimo anniversario dell’uccisione dei fratelli Rosselli, l’Archivio di Stato di Firenze ha inaugurato una mostra dal titolo I Rosselli: una famiglia tra risorgimento e antifascismo, curata da Emilio Capannelli e Loredana Maccabruni, e ha organizzato un incontro di studio nel quale sono intervenuti Valdo Spini per la Fondazione Circolo Fratelli Rosselli di Firenze, Zeffiro Ciuffoletti per l’Università degli studi di Firenze, Simone Neri Serneri per l’Istituto Storico per la Resistenza in Toscana, Tomaso Montanari per l’Associazione “Libertà e Giustizia”, oltre al Direttore generale archivi, Gino Famiglietti, al direttore dell’Archivio di Stato di Firenze, Carla Zarrilli, alla soprintendente archivistica e bibliografica della Toscana, Diana Toccafondi, alla soprintendente archivistica e bibliografica del Piemonte, Monica Grossi.
La mostra, rimasta aperta dal 9 al 23 giugno 2017, ha esposto documenti, carteggi, fotografie, giornali, pubblicazioni e manoscritti delle opere di Carlo e Nello Rosselli, che hanno illustrato e documentato le tappe salienti della loro storia familiare, personale e culturale e del loro impegno politico: il legame con l’eredità politica e culturale del Risorgimento del ramo familiare Nathan Rosselli; l’appartenenza all’ambiente della cultura ebraica; il coinvolgimento nell’interventismo e la partecipazione alla Prima guerra mondiale; le vicende del Primo dopoguerra, la militanza antifascista e la creazione del Movimento “Giustizia e Libertà”; i processi, le condanne al confino, l’esilio e l’assassinio di Carlo e Nello in Francia da parte del regime fascista il 9 giugno 1937; le loro opere di argomento politico e storico, le recensioni e la loro eco nella stampa.

 

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