La ricerca genealogica e di storia della propria famiglia ha conquistato da alcuni decenni una enorme popolarità in giro per il mondo e coloro che la praticano sono senza dubbio diventati, numericamente parlando, la categoria di utenti più ragguardevole fra quelle che frequentano, per svariate ragioni e con intenti diversificati, le sale di studio di istituzioni archivistiche nazionali e locali, vuoi civili che religiose.

La sua diffusione è andata vieppiù accentuandosi con l’avvento del Web che è diventato rapidamente uno strumento di ricerca, di costruzione di comunità di appassionati, oltre che di sfruttamento commerciale del fenomeno.

All’origine di questa popolarità vi sono certamente molteplici e non sempre coincidenti motivazioni, come dimostra una letteratura ormai abbondante sul tema, sviluppata con approcci metodologici diversi in numerosi ambiti disciplinari, che vanno dall’antropologia, alla sociologia, alla psicologia sociale, alla public history e alla stessa archivistica. Ne risulta un quadro di problematiche e di spunti di riflessione che suggeriscono come il fenomeno non sia certo destinato ad esaurirsi più o meno rapidamente, ma come al contrario istituzioni archivistiche e archivisti saranno chiamati a confrontarsi con esso ancora a lungo nel prossimo futuro, sia mettendo a punto servizi che siano in grado di rispondere in modo efficiente a questa ampia categoria di utenti che dedicando una particolare attenzione allo studio e all’elaborazione di strumenti di ricerca particolarmente mirati sulle fonti che della ricerca genealogica sono al centro.

Tuttavia, al di là delle varie motivazioni individuali che possono ispirarla, la ricerca genealogica e di storia della famiglia costituisce non di rado un’attività coinvolgente, cui si dedica tempo e impegno per il puro gusto di praticarla, indipendentemente dagli obiettivi perseguiti e dai risultati concreti raggiunti, finendo spesso per costituire un tratto identitario della personalità di quanti vi si appassionano, anche perché permette inoltre di sviluppare specifiche abilità e conoscenze. Condurre ricerche ad ampio raggio su singoli antenati o intere famiglie può richiedere notevoli capacità di orientamento fra le fonti e oggi anche capacità di ricerca e di navigazione sul web; comporta indubbiamente l’acquisizione di un bagaglio piuttosto ampio di conoscenze tecniche ed una certa maestria nel risolvere i problemi che si incontrano; necessita competenze e giudizio critico nell’interpretazione delle fonti, nella lettura di ciò che dicono e nella formulazione di congetture su ciò che, nella loro frammentarietà e lacunosità, esse possono far solo intravvedere e ipotizzare. Insomma, vi è una dimensione di piacere intellettuale e pratico, di soddisfazione nell’aver a che fare con le fonti, di fare scoperte e di raggiungere risultati che è gratificante in sé e che allo stesso tempo arricchisce e può affinare lo spirito critico. Chi si fa conquistare dalla ricerca genealogica e di storia della propria famiglia e ci si immerge con passione, finisce per provare quel «piacere dell’archivio», di cui gli archivisti e gli storici di professione hanno spesso parlato come di uno dei tratti più affascinanti del loro lavoro.

La dimensione di piacere intellettuale disinteressato che le ricerche genealogiche procurano traspare chiaramente dal volume di Luca Sarzi Amadè, nel quale la passione per la genealogia e per l’indagine in archivio costituisce l’indubbio protagonista.

Ma il volume rappresenta anche molto di più. Esso è una sorta di vademecum che illustra con chiarezza e profondità la molteplicità e varietà di conoscenze di cui si deve tener conto nel praticare l’una e l’altra. Esso infatti traccia innanzitutto una ampia analisi del concetto e della struttura della parentela, distinguendo fra le varie forme in cui essa può essere considerata, sia dal punto di vista del suo riconoscimento giuridico (agnazione) che da quello sancito dai legami di sangue (cognazione). La ricostruzione dei rapporti parentali costituisce ovviamente il fondamento della ricerca genealogica e delle rappresentazioni grafiche che, attraverso le diverse tipologie di albero genealogico, se ne possono dare. Ma essa non costituisce necessariamente il fine ultimo di quella ricerca. Per Sarzi Amadè, quest’ultima “oltre a soddisfare la nostra curiosità personale (…) può rispondere ad una domanda più ampia, permettendo di stabilire, per ogni individuo, quanti sono i suoi avi provenienti da una stessa area geografica, quanti di loro fossero invece immigrati, in quali epoche, e da quali aree di origine; ed infine quanto, e in quali proporzioni vi fossero rappresentati i vari ceti sociali” (p. 47).

Una concezione non ristretta della “scienza genealogica” come quella proposta dall’autore, presuppone quindi la padronanza di una ampia gamma di fonti ed una solida strategia di ricerca. All’una e all’altra è riservata la parte centrale del volume con capitoli dedicati sia alla raccolta – nelle carte di famiglia e ricorrendo alla memoria dei congiunti – delle informazioni propedeutiche all’avvio della vera e proprie indagine archivistica che alla disanima delle diverse tipologie di fonti e di enti e istituzioni che le conservano. Oltre alla documentazione reperibile nell’anagrafe comunale, ampio spazio viene dedicato agli archivi parrocchiali e ai loro “segreti”, nonché agli altri archivi della Chiesa e, naturalmente, ai molteplici fondi e serie che sono conservati negli archivi di Stato (catasti, atti notarili, carte genealogiche, stati civili, documentazione militare). Le potenzialità informative e le specificità delle diverse fonti sono illustrate con esempi concreti tratti dalle esperienze di ricerca dell’autore, così come sono segnalati i “trabocchetti” in cui può cadere chi non eserciti una lettura critica dei documenti e non basi le proprie deduzioni sul confronto fra fonti diverse.

Anche se nel quadro tracciato non mancano imprecisioni e lacune – fuorviante può essere ad esempio l’elenco dei fondi degli archivi di Stato presentato a p. 153, che contiene riferimenti non corretti – i suggerimenti e le avvertenze forniti dall’autore sulla base di una lunga pratica sul campo possono certamente essere d’aiuto a chi intende avviare ricerche d’archivio, tanto più che il volume contiene utili ausili, quali quelli dedicati alle modalità di misurazione del tempo nel corso della storia, alla traduzione di termini latini e allo scioglimento delle più frequenti abbreviazioni paleografiche. Non mancano infine riferimenti alle fonti digitalizzate e consultabili online, compreso il Portale Antenati della Direzione generale Archivi e a quanto offre il web in termini di siti di centri e associazioni che in vari paesi europei ed extraeuropei si dedicano alla ricerca genealogica e che possono offrire materiali utili anche per l’utente italiano.

LUCA SARZI AMADÈ, L’antenato nel cassetto. Manuale di scienza genealogica, Milano-Udine, Mimesis, 2015, pp. 349.

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