Nei giorni 6 e 7 giugno 2016 si è tenuto a Roma, nella sede prestigiosa dell’emeroteca del Collegio romano, il 79° incontro annuale della Commissione internazionale per l’International Tracing Service, il centro di documentazione costituito dalle potenze alleate all’indomani della seconda guerra mondiale per favorire la ricerca dei dispersi.

Il manifesto della mostra “Wohin sollten wir nach der Befreiung?” (Dove andremo dopo la Liberazione?) organizzata dall’ITS nel maggio 2016

L’Its fu gestito inizialmente dagli Alleati, che lo istituirono formalmente con l’attuale denominazione nel 1948 e concentrarono a Bad Arolsen, cittadina della Germania collocata in una posizione centrale rispetto alle quattro zone occupate, un patrimonio di oltre 30  milioni di documenti  sulla persecuzione nazista, il lavoro forzato e i sopravvissuti alla seconda guerra mondiale, raccolti dalle potenze alleate, dalla Croce Rossa e da altre istituzioni umanitarie. Questo patrimonio archivistico nel 2013 è stato incluso nel registro Unesco “Memory of the world” e, oltre a favorire il ricongiungimento delle famiglie e fornire informazioni su persone defunte e certificazioni per rimborsi e pensionamenti, alimenta la memoria degli orrori compiuti durante il nazismo.

Nel 1955 la funzione di indirizzo dell’istituto fu assunta da una Commissione internazionale costituita da 11 Stati membri (Belgium, France, Germany, Greece, Israel, Italy, Luxembourg, the Netherlands, Poland, the United Kingdom and the United States of America), mentre la gestione rimaneva assegnata alla Croce Rossa.  Il carico di lavoro che l’ITS  svolge è imponente: dalla sua istituzione ha risposto a quasi 12 milioni di richieste di informazioni e attualmente le 265 persone che vi lavorano ricevono una media di 1000 richieste al mese. Con il passare del tempo e la progressiva riduzione dell’impegno umanitario a fronte dell’incremento delle richieste di accesso da parte degli storici, la Croce Rossa ha ritenuto opportuno ritirare la propria presenza e si è reso necessario definire un nuovo accordo, che è stato sottoscritto a Berlino nel 2011 e assegna al Bundesarchiv la consulenza tecnico-scientifica e alla Commissione il compito di individuare il direttore, scegliendo una figura di provata competenza storico-archivistica.

Nel corso del recente incontro della Commissione internazionale, svoltosi a Roma in quanto nell’ultimo anno la presidenza della Commissione è stata tenuta dall’Italia, sono stati affrontati e ampiamente discussi diversi punti, di cui qui si riassumono  i contenuti principali.

In primo luogo è stato approvato il rapporto presentato dal direttore uscente, prof. Rebecca Boehling, storica statunitense, sul suo operato nei due anni di incarico, durante i quali ha introdotto cambiamenti significativi nella struttura e nelle modalità di lavoro all’interno dell’Istituto, che hanno  portato al miglioramento della qualità e alla diminuzione dei tempi delle risposte.
E’ stato quindi analizzato il progetto per la costruzione di una nuova sede dell’ITS, prendendo in esame l’opportunità di prevedere anche un’ampia sala per ospitare esposizioni permanenti e mostre temporanee di documenti attraverso le quali guidare i visitatori.
Si è ascoltato poi l’intervento del rappresentante del Bundesarchiv, che si è rallegrato per l’ottimo rapporto di collaborazione stabilito con la nuova direttrice, la quale a sua volta ha ringraziato l’Archivio federale per la consulenza che fornisce, tanto più utile in quanto l’ITS ha la delicata posizione di istituzione ubicata in Germania ma di diritto internazionale.

È seguita un’interessante relazione di due funzionari dell’ Istituto che hanno svolto un’accurata analisi di un campione di materiale dell’archivio dell’ITS (6 registri e 450 carte che coprono la gamma delle tipologie di documenti conservati e dei loro contenuti) per verificare il grado di deterioramento della carta e valutare quali interventi siano consigliabili per rallentare l’inevitabile degrado  di una massa così sconfinata di documentazione, per sua natura irrimediabilmente deperibile. Lo studio ha suscitato l’apprezzamento dei presenti per la profondità e il rigore scientifico; ne è stata tratta la conclusione che, dovendo prevedere interventi di massa, è opportuno da un lato stabilizzare la carta per prolungarne la vita e dall’altro procedere alla riproduzione sistematica dei documenti.

itsA questo punto ha preso la parola l’attuale direttrice, Floriane Hohenberg, esperta di diritti umani, in carica dal gennaio 2016, per illustrare con un’ampia presentazione il piano strategico dell’ITS per il periodo 2016-2020, elaborato con il coinvolgimento di parte del personale dell’istituto, tramite una serie di interviste prima e con il concorso di gruppi di lavoro poi. Una volta individuati cinque macro obiettivi – conservazione, accesso, servizio all’utenza, rete con altri istituti a diversi livelli, visibilità – è stata messa a punto una fitta trama di interventi e attività per dare contenuto a ciascuno di essi. La relazione, articolata in due diversi momenti su entrambe le giornate dell’incontro, ha analizzato in dettaglio sia le modalità dell’intervista con le risposte ricevute che i singoli interventi previsti.

Molti i commenti dei partecipanti, tutti positivi, con alcune richieste  di chiarimenti e l’invito da parte di alcuni a stabilire delle priorità, non sembrando verosimile portare a compimento entro il 2020 l’intero progetto.

Nell’ambito dei lavori sono stati presentati anche il testo dell’accordo di partenariato con il Bundesarchiv e quello per l’adesione di un  nuovo Stato, che saranno entrambi approvati nella riunione di ottobre 2016 a Bad Arolsen, presieduta dal Lussemburgo, a cui passata la presidenza della Commissione internazionale.

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