Nel nostro presente, post e de-industrializzato, dove la fotografia non è più processo ma consumo istantaneo, la mostra GD Memoria e futuro, una storia per immagini prova a confrontarsi con la memoria della materialità di un mondo industriale catturato attraverso immagini su lastre fotografiche. Fino al 13 gennaio 2019 al MAST a Bologna.

Un tempo, in occasione dell’anniversario di una società, una fabbrica, un’azienda, il fotografo faceva le convocazioni: “Alle 10 davanti all’ingresso principale, Edificio F, sala macchine grande.” Immaginiamo la scena. Per primi arrivano gli apprendisti, ancora precari, forse un po’ pigri, non ancora perfettamente integrati nei processi produttivi, poi gli operai, i tecnici, gli ingegneri più tardi gli “uffici”, come vengono chiamati gli impiegati, e per ultimi i piani alti, i dirigenti. Come un vigile urbano, il fotografo coordina i convenuti con ampi gesti, grida ordini, esorta i collaboratori ad avvicinarsi gli uni agli altri, a disporsi su due, tre, quattro, file, a salire sulla pedana. “Stringetevi per favore”. -Urs Stahel, Lastre dal fondo storico G.D

La mostra 95 anni, GD Memoria e futuro, una storia per immagini, ospitata nelle sale espositive del MAST a Bologna è uno sguardo che potremmo definire monografico alla storia di un’azienda che si accinge ad entrare in un secolo di vita. La storia della G.D. attraversa dal 1923 la storia del tessuto industriale emiliano: da piccola officina meccanica alla produzione di motociclette, dalla trasformazione in industria dell’impacchettamento all’attuale attività nel packaging automatizzato a livello internazionale, come parte del Gruppo Coesia.

La mostra è il frutto del lungo lavoro sugli archivi aziendali della GD e si concentra sulla ricchissima documentazione fotografica e audiovisiva raccolta in questi 95 anni di attività. Il percorso espositivo al MAST si presenta come una teoria di reperti fotografici (negativi e positivi su lastra di vetro e stampe su carta fotografica ai sali d’argento) che abbraccia la prima “testimonianza produttiva” della GD: le motociclette realizzate dall’officina negli anni Venti, veicolo di vittorie e record. Affiancata a questa prima sezione si staglia una grande installazione circolare all’interno della quale una proiezione a 360° gradi, che ricorda i visionari balletti meccanici di Fernand Léger, mette in scena decenni di innovazione industriale, ingegneria meccanica e automazione della produzione che hanno caratterizzato la GD. Infine una proiezione parallela riporta sullo schermo un Bologna del passato che evolve insieme alla storia aziendale della GD procedendo dagli anni del miracolo economico fino alle porte del terzo millennio.

9 mostra GD

Il cuore della mostra sono però le lastre fotografiche, negativi e positivi di grande formato (18×24 o 24×30 cm), realizzate nel corso degli anni dalla GD per presentare le innovazioni nel campo della produzione industriale e dello sviluppo tecnologico applicato al packaging. I materiali esposti provengono dall’archivio aziendale e offrono allo spettatore accorto uno spaccato del complesso processo produttivo che giace silenzioso dietro alle curiose lastre fotografiche di vetro tinte di rosso.

Su pannelli retroilluminati i negativi su vetro assorbono l’attenzione dei visitatori che entrano in contatto con due mondi difficilmente visibili oggi, relitti di una società fordista: la fotografia “argentica” come catena produttiva e le macchine della linea di produzione industriale.

Tra le bacheche si può osservare la modalità con cui erano realizzate le stampe promozionali dei più innovativi sistemi di produzione e confezionamento: “accecando” la vista chimica della carta fotografica argentica, insensibile al rosso, colorando di questo colore gli sfondi dei negativi e ottenendo così un’immagine positiva isolata del macchinario o del pezzo interessato. Le immagini ottenute da questo incontro tra fotografia e industria diventavano poi supporti per la promozione dei prodotti, per illustrare il funzionamento delle macchine e persino pregiate stampe in platino-palladio da donare negli anniversari aziendali.

elaborazione positivo negativo GD

La selezione di immagini mostra anche come macchinari, molle, bulloni e ingranaggi diventano i protagonisti di uno spettacolo visivo, che ripercorre le dinamiche dell’organizzazione industriale, solo grazie tecnica fotografica che li trasforma da elementi meccanici strumentali a forme visibili e riconoscibili.

Il rosso delle lastre e il nero delle stampe proseguono sulla struttura circolare dove avvengono le proiezioni: una pittura murale di 120 metri quadrati sulla quale il design dei macchinari diventa il fulcro dell’esperienza visiva. La mostra si propone allo spettatore come una compatta visione di una storia fatta da una materialità incomprimibile, dove l’immagine fotografica è sempre uno stadio di un processo ed è legata alle necessità produttive.

Rimane in secondo piano, argomentum ex silentio, la dimensione dell’archivio che di questa ricchezza visiva è il custode. Si può percepire la sua presenza tra le didascalie e i pannelli che narrano di campagne fotografiche, di fotografi, di correzioni a mano disegnate sui vetri dei negativi e di catene di produzione dove si sedimentano bozze, prototipi e matrici. Si percepisce, senza mai afferrarla del tutto, la presenza di contesti che non sono stati presi in considerazione attorno alle singole testimonianze fotografiche e che forse avrebbero arricchito la forza evocativa della visione con una comprensione più approfondita.

G.D.
Memoria e futuro.
Una storia per immagini

MAST. Gallery Livello 0
27 ottobre 2018 – 13 gennaio 2019
martedì-domenica, 10–19

Per saperne di più

La pagina della mostra sul sito del MAST

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