Il censimento degli archivi delle aziende orafe valenzane, selezionate sulla base della loro pluriennale attività, si inserisce nella rete dei progetti dedicati agli archivi di impresa in Piemonte che ha permesso di far emergere e valorizzare un patrimonio pressoché inedito.

Parte integrante di una tradizione antica ma ancora viva, ciascun archivio ha messo in luce la sensibilità verso un passato raccontato attraverso testimonianze documentarie e manufatti, spesso meticolosamente conservati, così da diventare un mezzo per conoscere ancora meglio una tradizione artigiana che ha reso Valenza un territorio rinomato e peculiare proprio grazie a questa attività.
Il progetto, avviato nel 2016 per iniziativa del Comune di Valenza e della Regione Piemonte, ha avuto il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria ed è stato condotto per la prima parte dalle archiviste Ilaria Pani e Chiara Quaranta e successivamente dagli archivisti Daniel Baretta e Cristina Zuccaro. La più recente fase di sviluppo del progetto ha portato al censimento di aziende che, anche se non più in attività, hanno segnato la storia dell’oreficeria valenzana contribuendo alla sua fama mondiale.
In virtù delle specificità di questi archivi, le rilevazioni effettuate hanno evidenziato la presenza di materiali per la produzione dei gioielli, in taluni casi ancora utilizzati – in particolare gli stampi in gomma e le cere –, di prototipi e gessi, di strumenti di lavoro (lime, banchi, torni), con una sezione documentaria quantitativamente rilevante, costituita da disegni e bozzetti su carta, cataloghi tecnici ricchi di riproduzioni fotografiche e, in misura minore, materiale pubblicitario.
Oltre alle testimonianze tratte dagli archivi delle aziende ancora in attività, una ricca parte di storia dell’artigianato valenzano è conservata con sapiente cura e attenzione dall’Associazione degli Amici del Museo dell’Arte Orafa di Valenza che, dal 1988, raccoglie materiale documentario, manufatti e strumenti di lavoro, con una finalità di conservazione della memoria storica dell’artigianato valenzano e in previsione di una possibile valorizzazione di queste preziose testimonianze, anche attraverso un allestimento museale. Un ricco patrimonio, parte fondante di un’arte che ha nella tradizione e nel legame con il territorio uno dei suoi punti di forza.
I risultati del lavoro svolto sono fruibili sul portale www.archiviorafivalenza.it con il quale si intende restituire a un pubblico il più possibile eterogeneo una prima idea della ricchezza degli archivi dell’arte orafa valenzana, attraverso un racconto fatto anche attraverso le immagini, nella speranza di valorizzare al meglio un patrimonio di eccellenza piemontese da non dimenticare. Il portale, oltre a riportare i risultati del censimento, è stato arricchito da numerosi contenuti quali immagini, video, interviste a “storici” artigiani valenzani, materiale documentario relativo a mostre ed eventi dedicati all’oreficeria valenzana, cataloghi e periodici digitalizzati e consultabili interamente online (come «L’Orafo Valenzano» pubblicato dall’Associazione orafa valenzana a partire dal 1958), un lemmario dei termini orafi. Il sito è costantemente aggiornato e arricchito con nuovi materiali e documenti, come le immagini della recente mostra Gioielli su carta. Ricchezze dorate fra disegni e cartoline da Valenza all’Italia (10 novembre – 1 dicembre 2018), a cura di Walter Fochesato e Riccardo Massola, che ha riunito per la prima volta rare immagini raffiguranti gioielli e opere di oreficeria (cartoline, opuscoli pubblicitari, figurine, databili tra fine Ottocento e inizio Novecento) provenienti dalla collezione privata di Walter Fochesato, accanto a disegni di gioielli conservati negli archivi di alcune delle aziende orafe coinvolte nel progetto Archivi Orafi Valenza.

Il censimento
Il censimento degli archivi orafi valenzani ha riguardato fino a oggi 41 aziende: 35 tuttora in attività, 6 cessate.
Le aziende oggetto di indagine, tutte con almeno trent’anni di attività, si sono specializzate negli anni nell’ideazione e nella produzione di alta gioielleria, in oro e platino, con la presenza di pietre preziose, non solo nella realizzazione di monili ma anche di oggetti (in particolare scatole preziose), e si sono distinte nel panorama nazionale e internazionale grazie a una produzione di altissima qualità, in molti casi vantando collaborazioni con i più noti nomi della gioielleria mondiale.
Particolare attenzione è stata data in primo luogo alla ricostruzione della storia di queste aziende, grazie alle interviste con i titolari, per integrare le fonti bibliografiche e, soprattutto, per far emergere, attraverso le testimonianze dei protagonisti, come gli archivi raccontino storie di persone e di oggetti d’arte che insieme danno valore al lavoro e alla creatività di generazioni, di una città e della sua tradizione orafa.

La prima fase della ricerca, come è già stato ricordato, ha preso in esame le ditte in attività: aziende fondate tra il 1912 e il 1976, tra cui figura anche quella a cui fu attribuito il più antico marchio di fabbrica (39 AL) ancora operativa a Valenza (l’azienda Barberis Carlo, fondata nel 1929).
Le aziende cassate, oggetto della seconda fase del censimento, sono state fondate tra il 1918 e il 1971 e hanno cessato la loro attività tra il 1976 e il 2016.
Gli archivi conservati nelle 41 aziende oggetto di rilevazione coprono un arco cronologico che va dagli anni Venti del secolo scorso fino ad oggi per le aziende in attività, fino ai primi anni Duemila per quelle cessate. La maggior parte della documentazione risulta concentrata tra gli anni Settanta e i primi anni Duemila.
Nonostante la naturale dispersione avvenuta nel corso degli anni, dovuta ai cambiamenti di sede e agli scarti periodici, il censimento ha permesso di rilevare una cospicua documentazione, all’interno della quale sono state individuate alcune serie tipologiche che si possono considerare una costante di quasi tutti gli archivi presi in esame: i cataloghi tecnici (registri con disegni o fotografie del gioiello corredati di caratteristiche di lavorazione), per la parte più antica cartacei e successivamente digitali; le fotografie (storiche e di oggetti); i disegni e i bozzetti; il materiale pubblicitario (brochures, cataloghi e numeri di periodici); infine, le carte amministrative e contabili.
Allo stesso modo, un tratto peculiare di questa specifica tipologia di archivi è risultata la sedimentazione di carte e di oggetti, che ha dato vita a una naturale commistione di documenti prodotti dall’azienda e di materiali, costituiti da collezioni di oggetti funzionali all’attività, spesso conservati in locali all’interno dei laboratori, come prototipi, stampi in gomma (come già detto, ancora oggi utilizzati nella produzione dei gioielli), cere, gessi.
Tutti i dati utili ai fini del censimento sono stati raccolti attraverso schede di rilevazione, conformi agli standard, mutuate da quelle elaborate in anni passati dalla Regione Piemonte per progetti di censimenti su specifiche tipologie di fonti, in particolare quella elaborata per il censimento degli archivi d’impresa in Piemonte. Le schede, compatibili con i campi di descrizione del Sistema informativo unificato delle Soprintendenze archivistiche (SIUSA), prevedono le seguenti sezioni: soggetto produttore, soggetto conservatore, complesso di fondi, fondo, serie, bibliografia/sitografia, abstract, materiali iconografici/audiovisivi/multimediali, raccolte museali.

Per saperne di più
Archivi Orafi Valenza
www.archiviorafivalenza.it
Biblioteca Civica – Centro comunale di cultura
Piazza XXXI Martiri – 15048 Valenza (AL)
biblioteca@comune.valenza.al.it; archiviorafi@comune.valenza.al.it

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