Un pubblico sempre crescente di utenti, in Italia e all'estero, si dedica da tempo, per molteplici motivi e differenti finalità, a ritracciare le proprie radici genealogiche e a recuperare la memoria del proprio passato familiare, ricostruendo la storia della propria famiglia e non raramente anche dei paesi e dei luoghi d'origine.

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Per rispondere a questa esigenza e rendere consultabile gratuitamente online la grande mole di fonti di carattere genealogico conservate negli Archivi di Stato è stato sviluppato nel 2011 il Portale Antenati, Gli Archivi di Stato per la ricerca anagrafica. In quell’anno l’Amministrazione archivistica ha stipulato un accordo con FamilySearch, organismo collegato alla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, più nota come Chiesa Mormone, che già a partire dagli anni Settanta del secolo scorso aveva avviato, per ragioni dettate dalla propria fede religiosa, una campagna di microfilmatura dei registri di stato civile di molti Archivi di Stato italiani. Con quell’accordo l’Amministrazione si è impegnata ad agevolare l’esecuzione delle riproduzioni digitali dei registri di stato civile fino allora non fotografati, in cambio della possibilità di averne una copia da pubblicare nel Portale Antenati, che si sarebbe arricchito anche con la pubblicazione delle riproduzioni digitali delle immagini già microfilmate.

Oggi il Portale è una delle più cospicue, se non la più rilevante, digital library del nostro Paese ad accesso totalmente libero e gratuito, che rende disponibili più di 70 milioni di immagini relative a poco meno di un milione di registri, per lo più di stato civile, del XIX e XX secolo e talvolta risalenti anche ai secoli precedenti, conservati in 51 archivi di Stato. In quei registri sono riportati gli atti di nascita, matrimonio e morte di qualche decina di milioni di nostri concittadini.

La risposta del pubblico è più che soddisfacente: nel 2017 il Portale è stato visitato da poco meno di seicentomila utenti di tutte le parti del mondo, per un totale di ca. 1.700.000 visite, con oltre 130 milioni di pagine visualizzate e una durata media delle visite che ascende a più di venti minuti. Sono dati destinati a crescere, considerando che nei primi cinque mesi del 2018 le visite al portale sono aumentate del 35% rispetto allo stesso periodo del 2017.

La Redazione del Portale riceve spesso mail in cui gli utenti, insieme ad elogi per il lavoro svolto avanzano richieste e chiedono consigli. Il colloquio con i ricercatori è sviluppato anche grazie alla presenza sul Portale di diverse sezioni, che informano su come e dove condurre ricerche genealogiche e forniscono vari altri materiali sulla storia delle famiglie, non ultima una affascinante galleria di film di famiglia, che restituiscono con vivacità il sapore della vita quotidiana, dei riti privati e degli eventi pubblici del recente passato. Nella nuova versione del sito, in linea dall’inizio di luglio, una nuova sezione è dedicata ad accogliere le storie di quanti vogliano raccontare le proprie esperienze di ricerca e le vicende della propria famiglia che esse hanno consentito di svelare.

Il Portale è stato inoltre arricchito con nuovi materiali, allo scopo di fornire ai ricercatori strumenti che li orientino nella ricerca genealogica, ne accrescano la conoscenza degli archivi italiani, ma li aiutino anche a collocare nel contesto storico più complessivo la ricchezza documentaria cui il Portale permette di accedere.
Infatti i registri di stato civile non sempre sono sufficienti a ricostruire il proprio albero genealogico e la ricerca avviata sul Portale deve spesso proseguire con altri strumenti e rivolgersi ad altre fonti che spesso devono essere consultate direttamente presso le istituzioni e gli enti che le conservano. Per i tempi più vicini a noi le fonti più ricche sono indubbiamente quelle militari, e cioè i fogli matricolari dei coscritti e le liste di leva che si trovano anch’esse conservate in genere presso gli archivi di Stato. Queste ultime, organizzate per classi di leva, riportano le informazioni basilari per avviare una ricerca genealogica su antenati maschi, dei quali si trovano, oltre al nome e cognome, la data e il luogo di nascita e i nomi dei genitori.

Per i secoli anteriori all’Unità d’Italia o, in alcune aree del paese, all’epoca napoleonica, è possibile utilizzare le registrazioni tenute dai parroci, non dissimili da quelle dello stato civile ma riferite ai sacramenti impartiti, con le quali è teoricamente possibile risalire, nella ricostruzione del proprio albero genealogico, fino alla seconda metà del secolo XVI. Nello svolgimento concreto di una ricerca, l’individuazione e il reperimento di queste fonti può non essere agevole perché da un lato occorre conoscere, se non esattamente la parrocchia, almeno il luogo in cui gli antenati vivevano e, dall’altro, sono fonti disperse, spesso ancora conservate nelle singole parrocchie sparse sul territorio e solo in alcune diocesi concentrate nell’archivio diocesano.

Ma negli archivi di Stato e in tante altre istituzioni archivistiche, molti sono i documenti, oltre a qualli più strettamente anagrafici, che possono recare traccia della vita e delle vicende dei nostri antenati, che può essere interessante ed avvincente conoscere. La ricerca archivistica è spesso complessa e non sempre dà frutti immediati ma spesso consente di assaporare l’atmosfera di determinate epoche e di coglierne squarci che vanno al di là delle ragioni e degli obbiettivi da cui prendiamo le mosse.

Incrociando le fonti a disposizione è talvolta possibile non limitarsi ad elaborare semplici alberi genealogici con date di nascita, di matrimonio e di morte, ma delineare più complessive storie delle famiglie e delle persone nelle quali ci si imbatte, ricostruendo i percorsi e le scelte compiute da coloro che ci hanno preceduto di fronte ai problemi e alle vicissitudini che ogni vita incontra e di fronte anche alle alternative, talvolta drammatiche, che le vicende storiche degli ultimi due secoli hanno posto ai singoli individui che le hanno vissute. Ciò potrà aiutarci forse anche a capire meglio noi stessi e certamente il mondo che ci circonda.

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