L'archivio del grande attore, conservato al Centro Sperimentale di Cinematografia, raccoglie una grande varietà di materiali tra documenti, pellicole, immagini e supporti audiovisivi di ogni genere e il recente lavoro di inventariazione e catalogazione permette di scoprire non solo la sua vita ma anche uno spaccato di 90 anni di storia del nostro paese.
Il Fondo Alberto Sordi, nella sua struttura assai eterogenea, è il frutto della raccolta sistematica della documentazione prodotta nel corso della propria vita da Alberto Sordi e dai suoi eredi. Esso era in origine conservato nei due luoghi romani in cui Sordi principalmente visse, intraprese le sue molteplici attività e intrecciò le sue relazioni: presso lo studio in via Emilia, e nell’abitazione privata, la villa in via Druso. Se nello studio la documentazione su supporto cartaceo e non (es. oggetti di arredo) e una porzione della biblioteca possono generalmente ricondursi agli aspetti amministrativi e contabili connessi alla sua professione, in particolare in veste di produttore cinematografico, nella villa, le carte, la biblioteca, la raccolta di fotografie e di grafica assumono un carattere più intimo e personale.
Un caso a parte rappresentano le pellicole di cui Sordi era stato interprete, produttore e regista. Esse erano collocate originariamente nella villa medesima, dotata anche di una struttura in cellari, una sorta di Cineteca, e stipate in modo più o meno ordinato e in condizioni conservative spesso non appropriate.
Il Fondo, dichiarato nel 2015 di rilevante interesse storico dalla Soprintendenza Archivistica del Lazio, è di proprietà della “Fondazione Museo Alberto Sordi” istituita nel 2011 da Aurelia Sordi e si trova presso il Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale che ne cura il trattamento archivistico e la conservazione.
Relativamente alle modalità di acquisizione, il deposito ha riguardato un primo blocco di pellicole trasferito sulla base di un accordo stipulato nel 2011 con l’erede di Sordi, la signorina Aurelia. In un secondo tempo, nel 2012 e nel 2013, sono stati prelevati altri materiali filmici e video su diverso supporto e in diverso formato. Nel corso del 2013, poi, si è acquisito un nucleo prevalentemente cartaceo, mentre l’ultima tranche multiforme del Fondo è giunta in Cineteca Nazionale nel 2015. All’accordo sull’acquisizione dei materiali intercorso con la “Fondazione Museo Alberto Sordi”, si è aggiunto l’impegno della “Fondazione Sordi per i giovani”, creata dall’attore nel 1992. Quest’ultima ha sviluppato e finanziato ad hoc, mediante l’attivazione di tirocini professionali, un percorso formativo per archivisti che si avviano al mondo del lavoro.
Complessivamente, dunque, si è di fronte a documentazione che interessa sia la sfera privata, sia l’ambito professionale dell’attore. Dimensioni esistenziali strettamente intrecciate e dialoganti che si è voluto far rivivere nella loro relazione e forse riscattare dall’oblio. Tratto essenziale dell’ingente deposito, come accennato, è l’eterogeneità e la complessità delle testimonianze documentali, aggregate per volontà del produttore del Fondo che con esse ha inteso costruire il proprio memoriale e la propria immagine di poliedrico protagonista del cinema e della storia del costume nazionali.
Alla componente relativa alle pellicole cinematografiche (negativi, positivi, magnetici, ecc.) e ai video (VHS, Beta, Ampex, Umatic), si è unita quella dattiloscritta e manoscritta (sceneggiature, soggetti, trattamenti), editata e non (monografie, periodici, letteratura grigia), di tipo strettamente archivistico (corrispondenza, documentazione amministrativa, agende, rubriche). Si è aggiunto il materiale a prevalente carattere fotografico (foto di scena e di set, foto di famiglia) e grafico (manifesti, locandine, disegni, brochure, pressbook), gli oggetti (targhe, premi, rosari), le forme di registrazione sonora (nastri audio). Il materiale acquisito, peraltro in momenti successivi, ha presentato subito problematiche catalografiche dovute alla multiforme varietà delle caratteristiche fisiche e alla pluralità dei contenuti culturali. Ogni tipologia di documenti presentava una propria specificità, per affrontare la quale ci si è confrontati con le pratiche di descrizione sviluppate in ambito nazionale e internazionale nei diversi contesti: bibliotecario, archivistico, audiovisivo (REICAT-Regole Italiane di Catalogazione, norme FIAF-Fédération Internationale des Archives du Film, ISAD, ISAAR). Si è fatto riferimento ad esperienze simili inerenti ad altri archivi e cineteche. Ogni scelta è stata il frutto di riflessione degli archivisti interni alla Cineteca Nazionale e, soprattutto, della condivisione delle procedure con la Soprintendenza Archivistica del Lazio.
Il riordinamento, in particolare delle carte sciolte e dei materiali fotografici, è stato eseguito sulla base di criteri tematici (sezioni) e tipologici (serie). La porzione del nucleo documentario, trasmessa, invece, con un’organizzazione interna serrata e intenzionale, è stata lasciata, anche fisicamente, nelle condizioni originarie. Le connessioni fra tutti gli elementi informativi sono state ricostruite in una struttura logico-virtuale che, come di seguito descritto, è rappresentata in quattro sezioni. I materiali sono stati condizionati con sistemi a norma e collocati in depositi climatizzati. Diversi album fotografici, in stato di avanzato degrado conservativo, sono stati sottoposti a restauro grazie al contributo della Soprintendenza Archivistica del Lazio.
E’ attualmente in corso una fase di approfondimento incentrata sull’analisi e sulla ricostruzione storica ed editoriale di Storia di un Italiano, opera in cui Sordi fu impegnato anche nei ruoli di autore, regista, produttore; del nucleo radiofonico, che videro l’esordio, fra gli anni ’40 e ‘50 dell’attore in Rai con i noti personaggi di Vi parla Alberto Sordi, Il teatrino di Alberto Sordi e Io, Alberto Sordi; dei molti progetti in cui fu impegnato o che non furono mai realizzati. E’ il caso, fra gli altri, di un soggetto, rimasto inedito, databile intorno ai primi anni ’60 con ambientazione in Brasile e di una serie di scene non note di Fumo di Londra. Il film nel 2016 è stato anche oggetto di un intervento di preservazione finalizzato al recupero della versione originale del 1966.
Il Fondo, costituito nel suo complesso da 21.235 unità, è databile fra il 1910 circa (si data all’epoca una serie di foto di famiglia) e il 2013 anno del decennale dalla morte dell’artista e occasione di celebrazioni e mostre. Esso è stato strutturato come di seguito sinteticamente illustrato in sezioni:
- Archivio privato: 823 elementi tra pellicole (positivi), nastri video, fotografie (positivi, negativi, diapositive, album), documentazione cartacea (testi manoscritti e corrispondenza) e oggetti personali.
- Archivio cinematografico: 17.130 elementi tra pellicole (positivi, negativi, ecc.), nastri audio-video, fotografie (positivi, negativi, album), documentazione cartacea (amministrativa-contabile, ritagli stampa, corrispondenza), materiale grafico, scritture cinematografiche.
- Archivio radiofonico, televisivo, teatrale e musicale: 2573 elementi tra cui sceneggiature, spartiti musicali, foto (positivi, negativi, album), video, registrazioni radiofoniche e materiale grafico.
- Biblioteca: 709 elementi tra monografie, periodici, letteratura grigia.
Per sapere di più