Il soggetto è negli avverbi, sosteneva Umberto Eco. Ibridamente germoglia nel 2017 quando un gruppo di archivisti, informatici, giuristi, matematici, neo laureati, storici e professionisti legati al mondo dei beni culturali si incontra in un percorso di aggiornamento formativo e abbozza un’idea: raccontare il mestiere dell’archivista e del records manager attraverso esperienze, metodi, progetti. Emerge il desiderio – e il bisogno – di rappresentare un mestiere caleidoscopico, composto da un articolato mosaico di conoscenze, competenze ed esperienze, tessere tradizionali e innovatrici, con uno spiccato taglio di un percorso di transizione digitale.
Dopo un anno di gestazione, Ibridamente emette il primo vagito pubblico il 16 marzo 2018 al Palazzo delle Stelline di Milano, nella consueta sessione archivistica dell’annuale convegno Bibliostar: tre brevi documentari sono presentati alla gremita platea e offerti al pubblico della rete, con un sito e un canale YouTube dedicato. Quelle prime Pillole – così furono denominati gli iniziali prodotti audiovisivi del progetto – rappresentano il primum movens dell’universo di Ibridamente, un orizzonte delineato dal confronto fra competenze e dall’intreccio di specializzazioni: il trittico della prima stagione racconta le esperienze di archivisti e di istituti di conservazione, immortala gli spazi dedicati alla custodia e alla consultazione delle fonti ed è realizzato grazie ai proventi di fundraising e l’opera di videomaker, copy e fotografo.
Come il lancio di un oggetto genera sulla superficie dell’acqua onde concentriche che si estendono e disegnano circonferenze, così ha operato Ibridamente: non a caso il marchio di raffigura una goccia d’acqua che raccoglie onde e diventa un catalizzatore di intenzioni ed espressioni, menti ibride per un mondo digitale.
Nato come attività del gruppo di studio e ricerca DAP Digital Archives Perspectives dell’Università di Macerata – il polo attrattore del gruppo di professionisti assetati di aggiornamento e legati dalla frequenza al Master FGCAD Formazione gestione e conservazione di archivi ibridi e digitali dell’ateneo marchigiano – oggi Ibridamente non solo produce contenuti, ma offre servizi di streaming, comunicazione e organizzazione eventi di matrice archivistica: organizza seminari, convegni, hackathon, sondaggi e analisi dati, realizza e distribuisce programmi didattici e divulgativi, offre supporti organizzativi e tecnici per streaming di iniziative. Ha partecipato alle iniziative promosse dagli Osservatori di Innovazione digitale del Politecnico di Milano e dai Cantieri della PA digitale, collabora con Archivi di Stato, Soprintendenze, associazioni – fra cui ANAI – emittenti radiofoniche, case editrici, centri di documentazione, istituti di conservazione pubblici e privati, supporta cooperative e società, sia piccole e medie imprese sia gruppi multinazionali.
Doppio il leit motiv: raccontare e (di)mostrare l’uso consapevole delle tecnologie applicate all’archivistica, in progetti tanto dedicati agli archivi in formazione quanto alla valorizzazione di nuclei storici, utilizzando cifre stilistiche e comunicative divulgative: rigorose e approfondite per gli specialisti, comprensibili e accattivanti per il pubblico di non addetti ai lavori.
Ibridamente ha mosso i primi passi fuori dal contesto social, a differenza di altri catalizzatori, quali Archivistica Attiva e BaSe Bacheca Semiologica con cui costantemente collabora: agli esordi il progetto ha sfruttato il canale YouTube come semplice repository di prodotti audiovisi, concentrando e stimolando il dibattito in occasioni d’aula. Un esempio: Canvas è stato l’ultimo convegno curato da Ibridamente nel mondo prepandemico: dall’11 al 13 dicembre 2019 l’iniziativa ha riunito docenti universitari, dirigenti e funzionari dell’allora MiBACT, professionisti di realtà pubbliche e private – quali le Fondazioni Mondadori e Corriere della Sera, l’Associazione italiana del design della comunicazione visiva AIAP, l’associazione Banche private italiane Pri.Banks, Fastweb e Ferrovie Nord –, studiosi e studenti. Tre le cornici che hanno ospitato i contributi e i dibattiti: il salone teresiano e l’aula multimediale della Biblioteca universitaria di Pavia e la sala studio dell’Archivio di Stato di Pavia.
Nel corso del 2020 Ibridamente ha aumentato l’offerta nel contesto social, reagendo alle restrizioni della pandemia con proprie iniziative – hackathon, seminari, incontri, nuovi prodotti multimediali – e supportando le altrui. Dal 16 marzo 2018 a oggi il canale ufficiale del progetto propone 113 contenuti suddivisi tra contributi on demand e live, registra 10.762 accessi, conta un totale di 1.580 ore visualizzate dal pubblico della rete e 65.406 impressioni, definizione che nel gergo social indica il numero di volte in cui le miniature dei video sono mostrate su YouTube, rappresentando quindi le potenziali future visualizzazioni.
Molto può essere migliorato e l’inaspettata – e gradita – partecipazione induce a una costante pianificazione e un rinnovato impegno, intrecciati al senso di responsabilità verso la comunità professionale, composta anche da giovani che muovono i primi passi nel mestiere di archivista e records manager. Un excursus con qualche numero rappresentativo del bilancio progettuale: nel corso delle ultime quattro settimane – analizzando la ricognizione dati effettuata il giorno 7 aprile 2021 – le visualizzazioni dei contributi pubblicati dal canale YouTube sono state 494, per complessive 94 ore di fruizione; nelle stesse settimane dell’anno 2020 le visualizzazioni ammontavano a 426, con un +396 rispetto alla media 2018-2019, e 20 ore totali di accesso ai contenuti. Era l’inizio dell’emergenza Covid-19 e Ibridamente iniziava il suo percorso social, con un notevole e imprevisto balzo: a distanza di un anno il canale richiama un pubblico di affezionati e desta più interesse sulle impressioni.
Dai dati rilevabili la platea di menti ibride risulta connessa principalmente dall’Italia e ha un’età compresa fra i 35 e i 64 anni: i prodotti del canale YouTube sono per ora esclusivamente in italiano, mentre il sito ufficiale propone solo per le pagine principali una versione inglese; il 30% del pubblico è nella fascia di età 35-44 anni, il 27,1% appartiene al range 55-64, il 24,3% a quello 45-54 e il 18,6% rappresenta gli anni green 25-34; le menti ibride sono quasi equamente divise per genere, il 55,5% risulta in “quota rosa”. Merita una riflessione lo strumento di connessione del pubblico: lo schema mostra l’andamento generale dal 16 marzo 2018 al 6 aprile 2021 e il dettaglio per ciascun anno di progetto, rilevato nelle settimane 10 marzo – 6 aprile (per il 2018, dal giorno 16, data del debutto di Ibridamente in YouTube e della presentazione della prima stagione di documentari). Dall’osservazione emergono alcuni tratti distintivi del pubblico: la motivazione e la pianificazione per la fruizione dei contenuti, testimoniata dalla preponderanza di postazioni fisse, anche durante i mesi funesti dell’emergenza Covid-19.
Ibridamente è entrata nella infosfera, secondo la definizione Luciano Floridi: «Per capire la trasformazione di Internet in un ambiente al contempo analogico e digitale, che ho chiamato infosfera, pensiamo a delle gocce d’acqua su un vetro. Quando le gocce sono vicine si attraggono e si fondono. Più gocce si aggiungono, maggiore è la quantità di acqua, fino al punto in cui iniziamo a parlare di un ambiente (…) Grazie a Internet, viviamo sempre più nell’infosfera (…) la vera sfida per il futuro di Internet, del digitale e della società di informazione non sarà l’innovazione, ma la governance, cioè non tanto il design di nuove tecnologie, ma il design di modi migliori per gestirle e usarle» (Luciano Floridi, L’infosfera, in Il verde e il blu, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2020, p. 64).
Da una goccia, un motto e un’idea collettiva, un progetto plurale che cerca quotidianamente di evolvere e che, con studio e ricerca, si cimenta nell’applicazione di nuove e migliori modalità per gestire e proporre contenuti e servizi: ibrido per competenze, digitale per forma. Ibridamente, un soggetto in un avverbio.
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