[Scarica il quaderno] Tra le fine dell’estate e l’inizio dell’autunno del 1963 Claudio Pavone, nei giorni che in Italia vedono l’emanazione della nuova legge archivistica, lascia Roma dapprima per prendere parte al III Convegno internazionale di storia della Resistenza a Karlovy Vary - località termale della Boemia occidentale, nell’attuale Repubblica Ceca - e poi per spingersi fino a Mosca, Leningrado e Kiev. Questo viaggio rappresenta il primo scambio di archivisti tra Italia e URSS, frutto di un accordo tra il governo italiano e quello sovietico per migliorare la conoscenza dei rispettivi sistemi archivistici.
Tra le fine dell’estate e l’inizio dell’autunno del 1963 Claudio Pavone, nei giorni che in Italia vedono l’emanazione della nuova legge archivistica, lascia Roma dapprima per prendere parte al III Convegno internazionale di storia della Resistenza a Karlovy Vary – località termale della Boemia occidentale, nell’attuale Repubblica Ceca – e poi per spingersi fino a Mosca, Leningrado e Kiev. Questo viaggio rappresenta il primo scambio di archivisti tra Italia e URSS, frutto di un accordo tra il governo italiano e quello sovietico per migliorare la conoscenza dei rispettivi sistemi archivistici.
L’elaborazione di quell’esperienza viene affidata da Pavone alla relazione preparata per l’allora Direzione generale degli Archivi di Stato del Ministero dell’interno, a otto articoli che dal 1964 al 1969 vengono pubblicati sulla «Rassegna degli Archivi di Stato» e, infine, al diario che, tenuto giorno per giorno durante la visita in Unione Sovietica, è stato pubblicato, dopo molti anni, da Laterza nel 2016, nel volume Aria di Russia che sarà destinato a costituire la sua ultima opera. Questo libro si inserisce nella complessiva ultima produzione di Pavone dedicata ad una rivisitazione della propria produzione intellettuale e a riflessioni sulla propria esperienza di vita e di lavoro.
Il quaderno n.4 del Mondo degli Archivi vuole costituire, in primo luogo, un omaggio alla lezione che Claudio Pavone ha lasciato agli archivisti italiani, affrontando un aspetto forse meno noto e considerato, ma non per questo meno rilevante, della sua esperienza professionale, quale quello della sua attività di ricerca e studio dei sistemi archivistici di altri Paesi. Collocando il viaggio in Russia all’interno di questo contesto e al tempo stesso dando conto di come esso costituisca uno dei momenti qualificanti dei rapporti archivistici tra Italia e URSS, ci si propone non solo di riprendere le riflessioni di Pavone sull’importanza del ruolo che gli archivi svolgono ma anche di mostrare come l’Amministrazione archivistica italiana abbia sempre considerato i rapporti con gli archivi degli altri Paesi, al di là delle divisioni e delle contrapposizioni geopolitiche del momento, un aspetto qualificante della propria attività.
Questo lavoro si è basato sul recupero degli articoli, il confronto tra testi di natura differente e la ricerca tra le carte relative al viaggio in URSS conservate presso l’Archivio centrale dello Stato e la Direzione generale Archivi. L’articolazione che si è data alla pubblicazione vuole quindi fornire in una prima sezione un approfondimento sui rapporti italo-sovietici in ambito archivistico, seguito da una sintetica ricostruzione delle varie tappe del viaggio di Pavone, per poi dedicare l’intera seconda sezione ai documenti relativi al viaggio: la relazione consegnata al Ministero e gli articoli della «Rassegna degli Archivi di Stato» affiancati dal confronto con il testo diaristico di Aria di Russia.
«I quaderni del Mondo degli archivi» n.4: Un archivista oltre la cortina di ferro. Il viaggio di Claudio Pavone in URSS , Dario Taraborrelli (pdf, 3.3Mb)
In occasione della pubblicazione del quaderno di seguito si possono trovare una serie di fotografie scattata in URSS tra la primavera e l’estate del 1963, in particolare a Mosca e Leningrado. Le fotografie, di un autore sconosciuto, sono comparse per la prima volta sul sito Vintage Everyday nel 2013 e rappresentano un salto nel tempo fuori dalle rappresentazioni stereotipate dell’Unione Sovietica così come la trovò Claudio Pavone nel suo viaggio nel 1963.