Sul finire della primavera si sono svolti i cinque incontri del seminario online Gli archivi della moda, organizzato dai corsi di Archivistica delle Università di Cagliari, Firenze e Udine nei giorni 26 maggio e 1°, 9, 16 e 23 giugno 2021. L’iniziativa è nata dal desiderio di offrire occasioni di crescita e di approfondimento agli studenti sul tema degli archivi d’impresa, declinandolo però nell’accezione particolare e di grande attrattiva degli archivi della creatività.

Modelli di abiti di Giovanni Fercioni in “Eva”, III (1935), 7, AS Ragusa, SAS Modica, Biblioteca Moncada (dal Portale Archivi della Moda del Novecento).

Gli archivi della moda e del design rappresentano senza alcun dubbio un tema di straordinario interesse nel contesto della storia d’impresa e infatti, ormai da parecchio tempo, questi materiali sono al centro di molteplici iniziative di censimento e di riordino, di valorizzazione e condivisione, pubbliche e private. Inoltre, gli archivi della moda partecipano anche alle politiche di sviluppo delle imprese che nei materiali storici trovano idee nuove e una identità aziendale più forte.
Il seminario si proponeva di offrire una visione composita e omogenea degli archivi della moda, sia sottolineando gli aspetti disciplinari e metodologici più legati all’identificazione, alla descrizione e al trattamento, sia presentando progetti ed esperienze. In questi archivi multitipologici gli elementi e i materiali di natura differente (stoffe e abiti di firme prestigiose, campionari di tessuti e di gioielli, modelli e accessori, disegni, fotografie e pubblicità accanto a rendiconti, relazioni, corrispondenze e documenti amministrativi) sono strettamente correlati fra loro e raccontano una storia affascinante.

Il settore degli archivi si è avvicinato al colorato mondo della moda attraverso il progetto Archivi della moda del ‘900, elaborato dall’ANAI e promosso dalla Direzione Generale per gli Archivi, in collaborazione con diversi partner istituzionali, con l’obiettivo di scoprire, valorizzare e rendere fruibile il patrimonio non solo archivistico, ma anche bibliografico, iconografico, audiovisivo relativo alla moda italiana. Dalla presentazione del progetto a Palazzo Pitti nel gennaio del 2009 e dalla pubblicazione del Portale SAN degli Archivi della moda del 2011 sono state realizzate moltissime iniziative in tutta Italia e tante aziende si sono impegnate nella riscoperta dei propri archivi e nel rendere fruibile un ampio spettro di fonti relativo al made in Italy. La centralità della memoria d’impresa, in un settore come quello della moda, permette alle aziende di ripensare a se stesse e, attraverso un’efficace strategia di scoperta delle proprie radici, fortificare il brand, differenziarsi all’interno del mercato di riferimento e, in alcuni casi, rilanciare il marchio con rinnovato slancio. Inoltre, l’archivio testimonia la longevità di un’impresa, ne trasmette la visione e rafforza la reputazione narrando le vicende che ne hanno caratterizzato il percorso. La possibilità di attingere al proprio materiale storico (garantita solo da un’accurata conservazione e descrizione) offre alle imprese nuove strategie di immagine, di marketing e di comunicazione. Fiore all’occhiello di qualsiasi azienda è certamente l’archivio del prodotto, con i suoi pezzi unici, la produzione commerciale e gli accessori, ma anche l’archivio documentario entra a far parte dello stesso processo creativo e produttivo, non più un mero costo, quindi, ma uno strumento visto in funzione del suo potenziale identitario e comunicativo. Ma gli archivi della moda non sono attrattivi solo per le aziende, infatti un ampio panorama di studiosi e professionisti ritrovano tra questi materiali nuovi e interessanti orizzonti di ricerca e lo stimolo per vere ibridazioni interdisciplinari. Oggi la riscoperta di questo ricco patrimonio permette di seguire i cambiamenti degli usi e costumi del nostro Paese, di scoprire alcuni elementi essenziali del sistema economico e commerciale italiano, di valutare il complesso rapporto con i media e la comunicazione.

I cinque appuntamenti virtuali hanno coinvolto in un ampio dialogo accademici, archivisti, esperti del settore che, tutti insieme, hanno affrontato la complessa realtà degli archivi della moda da un punto di vista disciplinare e metodologico, considerandone gli sviluppi grazie all’analisi di esperienze consolidate e casi di studio selezionati e prestando particolare riguardo alle prospettive future e ai progetti in divenire.
Marinella Bianco della soc. Acta Progetti ha dato avvio agli incontri con un inquadramento generale su Archivi della moda: identità e trattamento in cui si è soffermata in particolare sugli archivi del tessile, approfondendo i concetti di campionario e archivio del prodotto, accennando alle questioni descrittive e ai progetti di valorizzazione e digitalizzazione, presentando infine alcune case histories.
Il secondo appuntamento dal titolo Cultural Heritage & Brand Identity: le nuove prospettive dell’archivistica d’impresa è stato condotto da Maria Canella dell’Università di Milano e da Elena Puccinelli di Raffles – Istituto Moda e Design. Le relatrici hanno affascinato il pubblico conducendolo per mano attraverso storie e personaggi della moda, lombarda e nazionale, componendo un patrimonio identitario nazionale di straordinario valore.
La terza data ha visto la presenza di Federica Rossi, del Museo della calzatura di Villa Foscarini Rossi, che ha parlato del Museo al servizio dell’Impresa. Nello stesso pomeriggio Riccardo Massola e Cristina Zuccaro del Comune di Valenza hanno illustrato il vasto progetto di recupero e valorizzazione della memoria del distretto orafo di Valenza.
Nell’appuntamento successivo Claudia D’Angelo della Fondazione Fashion Research Italy di Bologna ha affrontato il tema del Patrimonio tessile del Made in Italy al servizio di imprese, formazione e creatività, presentando la Fondazione e le sue molte attività di conservazione, promozione, formazione e ricerca.
Nel corso dell’incontro conclusivo Francesca Ghersetti, della Fondazione Benetton Studi Ricerche, e Simone Da Ros e Mara Lacagnina, del Gruppo Benetton, hanno condotto i partecipanti in una visita dell’Archivio Benetton, raccontandone la visione d’impresa da sempre attenta alla memoria storica e al proprio ruolo sul territorio. Il pomeriggio è proseguito con un nuovo intervento di Marinella Bianco che ha illustrato il progetto e le attività del Centro rete biellese archivi tessili e moda.
Antonella Mulè della Direzione generale Archivi ha concluso il seminario illustrando le iniziative dell’Amministrazione archivistica in favore della storia della moda italiana e presentando il Portale degli Archivi della moda del Sistema Archivistico Nazionale, che si propone di mettere a fattor comune i diversi progetti e aprire questo grande patrimonio alla fruizione da parte degli studiosi e dei cittadini interessati.

Il pubblico del seminario si è attestato su di un centinaio di presenze, parecchie di più in occasione del primo appuntamento. Gli accessi online hanno moltiplicato i dati iniziali e se l’evento di apertura ha raggiunto le quattrocento visualizzazioni, gli altri si sono attestati fra i cento e i duecento passaggi. I numerosi contatti con chi ha seguito l’evento hanno anche permesso di definire meglio l’utenza dell’iniziativa, che può essere ripartita in due gruppi: quello maggioritario degli studenti, o comunque delle persone dell’ambito universitario, e quello dei professionisti e degli esperti del settore che numerosi hanno trovato nelle proposte occasioni di crescita e che spesso hanno voluto testimoniare la loro presenza e condividere con gli organizzatori idee e sensazioni.

Nel trarre le fila di questa prima iniziativa, noi che la abbiamo organizzata siamo ben consapevoli che il percorso proposto è stato rappresentativo solo di una parte dei tantissimi progetti che in questi anni hanno arricchito la moda italiana e il mondo degli archivi. Non solo, molti temi sono stati solo accennati e altri per ora accantonati rispetto ad un contesto articolato e complesso, ricco di eccellenze, che talvolta sembra ancora cercare una propria identità naturale e di sicuro merita ulteriori riflessioni.
Ora le registrazioni video e le slide dei relatori sono disponibili online, ma pensiamo varrebbe la pena di proseguire, probabilmente con un nuovo ciclo seminariale per il prossimo anno, più strutturato nelle componenti disciplinari e professionali, e forse con qualche cosa di più.

Per saperne di più
Presentazione dell’iniziativa e registrazioni degli interventi nel sito del Dipartimento di studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università degli studi di Udine
Progetto Rinascente Archives
Museo della Calzatura, presso Villa Foscarini Rossi
Progetto Valenza e l’arte del gioiello: archivi, tradizione orafa e MOD (Museo dell’Oreficeria Diffuso)
Fondazione Fashion Research Italy
Fondazione Benetton Studi e Ricerche
Archivio Benetton
Centro Rete Biellese
Portale Archivi della moda del Novecento

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