Il 25 e 26 ottobre a Torino, presso il Polo del ‘900, in occasione del World Day for audiovisual heritage dell’UNESCO (che si tiene il 27 ottobre di ogni anno) diverse generazioni di ricercatori e operatori si sono confrontate intorno al tema delle fonti orali da diversi punti di vista: produzione, conservazione, uso e riuso delle fonti orali, sia sul piano tecnico-scientifico sia su quello divulgativo, con un'attenzione particolare al tema dell' interdisciplinarietà e trasversalità di queste fonti.
Il convegno è stato curato da ISTORETO – Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”, Fondazione ISEC – Istituto per la storia dell’età contemporanea, Soprintendenza archivistica e bibliografica per il Piemonte e la Valle d’Aosta, AISO – Associazione Italiana di Storia Orale, Istituto nazionale Ferruccio Parri. L’iniziativa, realizzata grazie al contributo di SPI CGIL Torino-Piemonte, è stata gemellata con la Giornata di studio sugli archivi sindacali e le memorie popolari promossa dalla Fondazione Giuseppe di Vittorio, Cgil Matera e Cgil Basilicata a Matera (31 ottobre 2019).
I saluti istituzionali hanno aperto i lavori. Luciano Boccalatte, Direttore dell’ISTORETO, ha portato i saluti del Polo del ‘900 che da diversi anni ospita eventi di vari Istituti sugli archivi sonori e sulle fonti orali. Annalisa Rossi (Soprintendente archivistica e bibliografica del Piemonte e della Lombardia) ha ribadito la necessità di integrare le fonti orali nel contesto degli archivi cartacei, che testimoniano le attività di ricerca che li hanno prodotti. Dimitri Brunetti ha ricordato il concreto impegno della Regione Piemonte testimoniato dal sostegno al Censimento degli archivi sonori del Piemonte e dal progetto del volume di prossima pubblicazione I documenti sonori. Voce, suono e musica in archivi e raccolte, che si propone di presentare, attraverso una coralità di interventi, il panorama delle principali realtà degli archivi sonori piemontesi e italiani. Alberto Artioli (SPI CGIL Torino-Piemonte), ha affermato la necessità di attingere alla testimonianza diretta dei militanti sindacali e dei lavoratori per costruire una storia partecipata delle lotte sindacali.
La prima sessione, introdotta da Elisa Salvalaggio (ISTORETO), intitolata Dal conversare al conservare. Lo stato dell’arte delle fonti orali in Italia, ha presentato una panoramica delle istituzioni e delle iniziative attualmente in campo.
Il Censimento degli archivi sonori e audiovisivi della Rete nazionale degli Istituti per la storia della Resistenza (che ha ripreso il questionario del Censimento piemontese) e i suoi primi risultati sono stati presentati da Irene Bolzon (Istituto Nazionale Ferruccio Parri).
Sono poi stati illustrati i lavori in corso per la redazione di un Vademecum sulla descrizione, conservazione e ri-uso delle fonti orali, un ambizioso progetto che vede per la prima volta a confronto diversi istituti centrali del MiBACT, due associazioni (AISO e AISV), due Soprintendenze archivistiche e bibliografiche che da tempo operano nel campo (Toscana e Piemonte), la Rete degli istituti storici della Resistenza, l’Università di Padova, CLARIN Italia e altri esperti sul tema. L’organizzazione del confronto che si svolge in un tavolo plenario e in tre gruppi di lavoro è stata spiegata da Maria Francesca Stamuli (Soprintendenza archivistica e bibliografica per la Toscana), che ha definito le tre essenziali “fragilità” delle fonti orali (materiale, epistemologico-descrittiva e giuridico-amministrativa).
A conclusione della prima parte della sessione è stato esaminato da Paolo Guarda, dell’Università di Trento, l’impatto sulla storia orale del regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (GDPR).
La tavola rotonda, moderata da Diego Robotti, ha dato modo di conoscere le iniziative realizzate nei diversi ambiti istituzionali: Stefano Vitali, dell’Istituto centrale per gli Archivi, ha illustrato il portale Ti racconto la storia che è concepito per accogliere materiali preesistenti come pure prodotti nell’ambito di progetti di raccolta ed è aperto alle collezioni digitali di qualsiasi provenienza (non solo quelle prodotte all’interno dell’Amministrazione Archivistica); Antonella Mulè ha fatto cenno all’attenzione prestata dalla Direzione generale Archivi alle fonti orali e ai documenti sonori fin dagli anni ‘80 del ‘900 e ha ipotizzato diverse possibilità di valorizzazione di tali fonti, a partire da un nuovo censimento in tutte le regioni italiane; Antonella Fischetti ha ricordato le originarie funzioni dell’Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi di conservatore del patrimonio discografico “ufficiale” che dall’ultimo dopoguerra si sono arricchite con quelle di produttore di fonti orali, con campagne di raccolta di canti e tradizioni popolari e l’istituzione dell’Archivio etnico linguistico-musicale; Elena Musumeci ha chiarito come per l’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione i materiali sonori siano di necessario supporto alla descrizione dei beni demo-etno-antropologici immateriali che, in quanto tali, necessitano dei materiali sonori o audiovisivi per essere documentati; Carla Scognamiglio ha esaminato come, rispetto ai materiali musicali e sonori in genere, l’Istituto Centrale per il Catalogo Unico stia innovando radicalmente visione e strategia: dalla catalogazione degli spartiti musicali alla descrizione dei documenti musicali inediti a quella, introdotta di recente, degli inediti non musicali, comprese quindi le fonti orali; Enrico Pagano dell’Istituto storico per la storia della Resistenza nel Biellese, Vercellese e in Valsesia è intervenuto sulla funzione della storia orale nella didattica, soffermandosi sulla utilità di percorsi che consentano agli studenti di confrontarsi con i materiali già esistenti e di produrne di nuovi apprendendo via via le tecniche e le cautele necessarie, con l’auspicio di formare una leva di futuri storici orali; Francesca Socrate, dell’ Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza, sottolineando l’interdipendenza tra la fonte orale e il ricercatore che la crea, si è interrogata sulle modalità corrette di riutilizzo, a distanza di anni e in diverso contesto storico, delle fonti orali pregresse e sulla necessità di stabilire criteri e procedure rispettose degli originari produttori della fonte stessa.
Elisa Castellano e Stefano Bartolini (della Fondazione G. di Vittorio e Fondazione Valore Lavoro CGIL Pistoia) hanno illustrato il Censimento condotto nel 2019 all’interno della CGIL, su formazione, conservazione e restituzione delle fonti orali e hanno presentato l’ Incontro nazionale sugli archivi sindacali e le memorie popolari, previsto a Matera per il 31 ottobre 2019.
Cristina Accornero e Dora Marucco dell’Università di Torino hanno illustrato il metodo seguito per la realizzazione delle videointerviste, presso la sezione Piemonte e Valle d’Aosta della Società italiana per l’organizzazione internazionale, ai protagonisti della vita politica ed economica torinese, allo scopo di approfondire la vocazione internazionale della città.
A conclusione del pomeriggio Goffredo Fofi ha preso spunto dalla figura di Bianca Guidetti Serra e dal suo libro Compagne (basato su interviste a partigiane e a donne militanti di sinistra che sono integralmente conservate presso l’ISTORETO) per tratteggiare un’efficace sintesi storica del “genere letterario” della storia di vita, che – ha tenuto a sottolineare – nasce molto prima del magnetofono: si può infatti riandare a Tolstoj che fece raccogliere a sua cognata le memorie di una contadina, passando per le esperienze fatte in America durante il New Deal e nel Sud Italia da Carlo Levi nel suo Cristo si è fermato a Eboli, per giungere alle inchieste operaie e contadine strettamente legate alla nascita, in Italia, della sociologia. Fino al diffondersi, compiutamente, dell’intervista provocata dalla necessità, anzi dall’urgenza, di far parlare coloro che altrimenti non avrebbero pubblica voce.
La sessione di sabato 26 ottobre Cosa resterà di questi anni Ottanta. Una rilettura della rivista «Fonti orali. Studi e ricerche» è stata dedicata al decennio d’oro della storia orale in Italia ed è stata aperta da Alessandro Casellato che ha portato anche i saluti di Sara Zanisi dell’ISEC.
La tavola rotonda, preceduta dalla ricostruzione storica e dalla rilettura critica della rivista da parte di Giovanni Contini e Alessandro Casellato (entrambi dell’AISO) che hanno tratteggiato in profondità quella stagione di ricerca, ha dato la parola ad alcuni protagonisti della redazione di «Fonti orali», rivista che, tra il 1981 il 1987, si propose come strumento di collegamento e di confronto per gran parte degli storici orali italiani e che coinvolse anche specialisti di altre discipline, tra cui etnomusicologi, dialettologi, antropologi, ecc.. (oltre centottanta partecipanti). L’AISO ha curato la digitalizzazione integrale della rivista .
Marcella Filippa (che ha moderato la tavola), Daniele Jalla, Liliana Lanzardo, Leo Gambino e Tullio Telmon (con un intervento nel dibattito di Cesare Bermani) hanno rievocato criticamente quegli anni offrendo un panorama molto ricco di riflessioni su diversi aspetti di quell’avventura: lo spirito militante nella scelta di far parlare chi, altrimenti, non aveva voce, l’apertura internazionale alle esperienze soprattutto inglesi e francesi, il supponente rifiuto di riconoscere alle interviste la dignità di fonti storiche da parte di molti storici accademici, la ricerca di contatti tra diverse discipline che si occupavano, da diversi punti di vista, di fonti orali, la precarietà professionale di tanti giovani ricercatori di allora e la necessità di “cercare una sistemazione”, la mancata realizzazione allora della proposta, avanzata da Alessandro Portelli, di dare vita ad un’associazione di storici orali, la fatica del lavoro redazionale e le ragioni della conclusione di quella entusiasmante stagione.
Gli interventi in parallelo di Franco Castelli e Paola Olivetti hanno spiegato gli obiettivi della collaborazione tra Archivio nazionale cinematografico della Resistenza e il nuovo Centro ricerca etnomusica e oralità, nato di recente dalla trasformazione del CREL.
La Fondazione Nuto Revelli, con gli interventi del figlio Marco e di Silvia Giordano, ha curato un toccante ricordo di Nuto affidato all’ascolto di testimonianze dal Mondo dei vinti e alla proiezione di interviste in cui lo stesso Nuto spiegava, con l’ironica schiettezza che lo caratterizzava, la necessità di fare raccontare ai montanari – in prima persona e con le loro parole – la loro storia di vita.
In conclusione, è possibile trarre un bilancio molto positivo del convegno: un pubblico numeroso e attento in sala, molte relazioni su lavori in corso, contatti e scambi di idee forieri di ulteriori sviluppi, e anche alcuni momenti emotivamente forti, quando sono entrate in gioco le autobiografie individuali e di gruppo. Il convegno ha riportato all’attenzione della comunità scientifica e delle istituzioni le fonti orali, con le loro specificità e anche fragilità; ha sottolineato l’urgenza di un intervento volto a garantire la conservazione delle raccolte dei documenti sonori; ha contribuito a riallacciare i fili tra generazioni diverse di ricercatori e archivisti che hanno lavorato e lavorano con le fonti orali. L’auspicio è che appuntamenti come questo – che potremmo definire “gli stati generali delle fonti orali in Italia” – possano ripetersi, anche negli anni che verranno, per tenere sempre desta l’attenzione sulle fonti orali e attiva la comunità di persone che se ne occupano, in Italia, da molte angolazioni e prospettive diverse.
Per saperne di più
Fonti orali in Italia: archivi e ri-generazioni
Torino, Polo del ‘900, 25-26 ottobre 2019
2019 World Day for Audiovisual Heritage
La rivista «Fonti orali. Studi e ricerche» nel sito dell’Associazione italiana di storia orale – Aiso