15 Giugno 2020
Dario Taraborrelli (Red. ANAI)
Dopo due mesi dall’analisi di come alcuni istituti archivistici avevano reagito all’emergenza sanitaria riprendiamo il discorso per confrontare le differenti strategie di riapertura.
12 Giugno 2020
Ilaria Romeo (responsabile Archivio storico CGIL nazionale)
Lo scorso 8 marzo chiudevano i Musei, le Biblioteche e gli Archivi di tutta Italia. Sbarrate le porte, il mondo della cultura si è aperto a modalità alternative di fruizione, sfruttando le possibilità offerte dagli strumenti digitali e reagendo con prontezza e creatività alla chiusura forzata lavorando da remoto alle attività di ricerca, catalogazione e comunicazione di contenuti online.
11 Giugno 2020
Silverio Novelli - Margherita Sermonti (Icar - Redazione San)
«Questi giorni di casalinghitudine – il neologismo bellissimo, è il titolo di un libro di Clara Sereni del 1987 – hanno cambiato in parte il nostro lessico. Nel covidizonario, infatti, non ci sono solo parole nuove (anche scherzose come apericall, coronababy, o covidiota). Ci sono parole vecchie che tornano a vecchi significati (i virus sembravano ormai una questione informatica e la viralità un invidiabile privilegio degli influencer) o si sbilanciano verso significati diversi (le persone positive ora ci mettono paura, per la trasmissione non si fanno più tanti complimenti). La speranza è che tutto questo abbia cambiato anche il nostro rapporto con la lingua: che possa aiutarci a comprendere meglio lo sfaccettato spessore delle parole e insegnarci, magari, a trattarle con un’altra cura».
20 Maggio 2020
Giulia Barrera (DGA)
In piena pandemia da Covid-19, il Consiglio di Stato si è riunito in Adunanza Plenaria per esaminare una controversia in materia di accesso agli atti della Pubblica amministrazione ed ha emesso una sentenza (2 aprile 2020, n. 10) finalizzata a dirimere diversi dubbi interpretativi relativi all'accesso generalizzato (o “accesso civico generalizzato”, che dir si voglia).
20 Maggio 2020
Irene Volpin (Archivio di Stato di Ferrara)
Come si intrecciano fra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo le mutate funzioni degli antichi palazzi e case nobiliari siti nei centri storici con la crescente domanda di abitazioni determinata dall’incremento demografico e con la necessità e la volontà dello Stato di preservare e tutelare i beni architettonici?
2 Maggio 2020
Lorenzana Bracciotti (Archivio di Stato di Parma)
Le fonti web saranno fondamentali per raccontare e indagare gli avvenimenti di questo periodo. Cruciale sarà dunque la loro conservazione. Molti istituti che curano iniziative di web archiving si sono attivati con progetti dedicati.
2 Maggio 2020
Redazione MdA
Fino al 10 maggio la manifestazione dedicata alla didattica in archivio, giunta quest’anno alla diciannovesima edizione, diventa completamente online.
24 Aprile 2020
Marco Lanzini (Archivio di Stato di Milano)
Il crollo del regime fascista, i raid aerei sulle principali città del paese e la guerra combattuta sul territorio italiano dall’estate del 1943 rappresentano uno dei momenti più drammatici della storia d’Italia. Gli archivi pagarono un prezzo altissimo, come ben illustrato dai numerosi censimenti e studi condotti nei decenni a seguire sulle perdite subite tanto dai grandi archivi statali quanto dai fondi dei più piccoli comuni. Non mancarono, anche in questo settore, alcuni eccezionali monuments men, direttori, funzionari e semplici inservienti che si prodigarono per salvare il salvabile, attuando interventi preventivi, prima della guerra, ma prodigandosi anche durante le sue fasi più cruente. Quasi tutti gli Archivi di Stato individuarono edifici privati, religiosi o pubblici in aree rurali lontane dalle città, dove ricoverare il materiale giudicato più prezioso e tentare di evitare gli effetti devastanti della guerra aerea. L’impegno e il sacrificio di questi oscuri personaggi, spesso dimenticati, non sempre furono premiati dal successo. Il caso più noto coinvolse l’Archivio di Stato di Milano, che durante i bombardamenti dell’estate 1943 perse circa un terzo del proprio patrimonio.
24 Aprile 2020
Gianni Penzo Doria (Direttore Archivio di Stato di Venezia)
Le prestazioni lavorative del personale degli Archivi di Stato in questa fase delicatissima per ciascuno di noi, dunque, non sono tecnicamente configurabili come lavoro agile, né come smartworking. Siamo di fronte, semmai, a un homeworking o, più correttamente, a una sottospecie, che potremmo declinare come lavoro agile da casa.
24 Aprile 2020
Silverio Novelli - Margherita Sermonti (Icar - Redazione San)
Si fa presto a dire resistenza, soprattutto di questi tempi, per via del virus che ci assedia, al quale proviamo ad opporci in tutti i modi, e perché siamo prossimi ad un anniversario importante.