C’è stato un tempo, e qualche centenario le rammenta, in cui a Bologna le due torri erano quattro e proprio a fianco di Asinelli e Garisenda si ergevano più basse e tozze le torri Artemisi e Riccadonna, abbattute tra il 1918 e il 1919.
Solo una foto può invece ricordare il ponte medievale che scavalcava il torrente Savena a San Ruffillo, testimone della vittoria dei bolognesi contro le truppe di Barnabò Visconti nel 1361, demolito nel 1901 nonostante l’accorato appello dello studioso Alfonso Rubbiani.
Come cambi o resista lo skyline di Bologna, e soprattutto quello del suo centro storico, è attestato anche dal commovente archivio fotografico storico dell’ex Soprintendenza ai monumenti di Bologna, oggi Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che sta tornando a nuova vita grazie a un paziente lavoro di recupero, riordino e digitalizzazione iniziato otto anni fa.
C’è una Bologna spesso inedita nelle immagini dell’archivio fotografico della Soprintendenza, un archivio che nasce per ragioni funzionali (documentare è tutelare) e che diventa negli anni testimonianza e memoria, miniera di storia e scrigno di ricordi.
I soggetti delle foto sono quasi sempre beni architettonici, quei “monumenti” prima di competenza dell’Ufficio regionale e poi della Soprintendenza vera e propria su cui alla fine dell’Ottocento si accese l’attenzione dell’allora ministro della Pubblica istruzione Pasquale Villari. Archi, ponti, mura cittadine, acquedotti, vedute interne ed esterne di chiese e chiostri di conventi, particolari architettonici come finestre o capitelli e poi palazzi, case e dimore illustri, questo è l’excursus diacronico che struttura l’intero archivio di stampe e matrici negative, frammentandolo nelle singole unità territoriali di interesse. Accanto ai fototipi a soggetto architettonico ci sono comunque piccoli nuclei riferibili a singoli beni storico-artistici, sia mobili (dipinti e sculture) che immobili (affreschi), così come la documentazione di restauri in corso o compiuti come quello della tomba di Egidio Foscherari in piazza San Domenico, datato 1899.
La fase costitutiva dell’archivio risale al 1891 quando fu istituito l’Ufficio regionale per la conservazione dei monumenti dell’Emilia che confluirà poi nell’ex Soprintendenza ai monumenti di Bologna. Tra i compiti affidati al primo direttore, l’ingegnere e architetto Raffaele Faccioli, responsabile tra l’altro del primo piano regolatore di Bologna datato 1889, c’era anche quello di compilare l’elenco dei monumenti dell’intera regione meritevoli di interesse. La fotografia si rivelò subito uno strumento insostituibile per il lavoro dell’ente periferico, perfetto per la documentazione visiva degli edifici storici di notevole importanza artistica.
L’intero archivio fotografico è lo specchio della sedimentazione creata dall’avvicendarsi delle attività dei vari direttori, soprintendenti e personale interno all’istituzione. I fondi più facilmente individuabili sono quello dello stesso Faccioli, responsabile fino al 1901, e di Alfredo Barbacci, soprintendente nel difficile periodo compreso tra l’ultima guerra e la ricostruzione post-bellica (doppio mandato tra il luglio 1943 e la metà del 1952 e tra il 1960 e il 1963).
L’archivio storico della Soprintendenza è composto da oltre 5.000 positivi storici e da circa 4.000 fragili negativi su vetro (lastre). La quasi totalità dei beni fotografati appartiene al territorio emiliano; solo una minima parte è relativa a quello romagnolo, a causa della precoce nascita della Soprintendenza di Ravenna.
Il lavoro di messa in sicurezza, condizionamento, inventario, digitalizzazione e catalogazione finora realizzato ha riguardato circa 800 positivi, una modesta porzione rispetto al fondo di positivi storici del territorio emiliano tuttora detenuto dall’Ufficio, ed è stato realizzato grazie ai finanziamenti costanti, a partire dal 2012, erogati dalla Fondazione Cassa di risparmio di Bologna. I finanziamenti della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e dell’Associazione Regionale Casse e Monti hanno consentito di effettuare, tra il 2015 e il 2017, il recupero, la pulitura e la catalogazione di circa 3.000 lastre di medio formato.
Tutte le immagini lavorate coprono il territorio dell’Emilia e la catalogazione è confluita sul sito ministeriale del Catalogo generale dei beni culturali, liberamente consultabile e fruibile; ogni scheda è dotata di un apparato critico di notizie con datazioni e autori, un repertorio bibliografico di riferimento e la digitalizzazione dell’immagine stessa. Per terminare il lavoro di recupero dell’intero fondo mancano ancora circa 500 lastre di piccolo formato.
La riforma delle soprintendenze, fondendo competenze e modificando l’ambito territoriale della tutela, ha creato qualche problema agli archivi fotografici storici.
Per quanto riguarda l’ambito monumentale, l’archivio fotografico della Soprintendenza di Bologna conserva immagini delle province occidentali e della Romagna non più di sua competenza mentre mostra una vistosa lacuna sul territorio di Ferrara, censito in passato da un’altra Soprintendenza.
Passando poi agli archivi fotografici storici relativi ai beni archeologici e storico-artistici, la situazione è ancora più complessa perché l’ex Soprintendenza archeologica aveva competenza sull’intera regione (e dunque l’archivio fotografico riguarda anche cinque province non più sue) mentre quello dei beni storico-artistici è ubicato in parte presso il Polo Museale dell’Emilia-Romagna, in parte alle Gallerie Estensi di Modena.
Il recupero dell’archivio fotografico storico della Soprintendenza di Bologna, tuttora in corso, è stato presentato al pubblico il 29 novembre 2018 dalla storica dell’arte Patrizia Farinelli e da Elisa Mengoli, che collabora alla catalogazione del prezioso materiale, che hanno illustrato e commentato alcune immagini storiche di monumenti di Bologna.
L’incontro ha in qualche modo celebrato il successo in questa prima battaglia. Vincere la guerra richiederà più tempo.
Per saperne di più
Monumenti di Bologna nelle foto storiche dell’archivio della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio