Nel dicembre 2008 la Regione Piemonte ha sottoscritto un Accordo con la Direzione generale degli archivi per realizzare il Progetto di censimento, digitalizzazione e valorizzazione degli archivi d’impresa in Piemonte. Il censimento prevedeva di individuare gli archivi storici aziendali ancora esistenti, andando a recuperare le testimonianze e i patrimoni culturali delle imprese e delle eccellenze artigiane per farli conoscere al territorio regionale e nazionale.
Ero in Regione da pochi mesi, proveniente da un Comune, e insieme a Diego Robotti, Antonella Mulè e Stefano Benedetto mi sono trovato a coordinare questo grande progetto, inserito nel più vasto intervento di costruzione del SAN e del suo primo approfondimento tematico dedicato, appunto, agli archivi d’impresa. Il progetto è stato presentato a Bologna nel novembre del 2009 in occasione della 2ª Conferenza nazionale degli archivi e nel giro di un paio d’anni sono state realizzate 364 schede d’archivio (compilate sulla base di un tracciato di rilevazione appositamente sviluppato) riferite ad aziende rappresentative della maggior parte dei settori merceologici. Sono inoltre stati sviluppati due sottoprogetti tematici, il primo dedicato agli archivi delle aziende del tessile, il secondo a quelli della produzione vitivinicola. Poi è stato riordinato l’archivio della Lenci, marchio conosciuto in ambito internazionale per la produzione di bambole, ceramiche e tessuti di panno. Ci si è soffermati sulle vicende di dieci aziende tratteggiandone la storia: Aurora, Avio, Borsalino, Burgo, Fiat, Lenci, Olivetti, Riv-Skf, Saclà e Zegna. Infine è stata prodotta una collezione di oltre quattromila immagini inedite di 39 aziende ricavate dalla digitalizzazione di manifesti, locandine, buste, carta intestata, disegni, progetti, bozzetti e fotografie di lavorazione, di prodotto, degli ambienti aziendali e degli eventi.
I risultati del Censimento degli archivi d’impresa in Piemonte sono stati presentato il 24 giugno 2011 all’Archivio centrale dello Stato. Le schede sono state tutte pubblicate in Siusa, la collezione digitale resa disponibile in Internet Culturale e ho avuto modo di descrivere l’intero progetto sulla rivista «DigItalia» e, nel 2013, nel volume Archivi d’impresa in Piemonte, curato con Tiziana Ferrero della Fondazione Istituto Gramsci di Torino. Nell’ottobre del 2014 sono entrato a far parte nel primo nucleo del Gruppo italiano archivisti d’impresa (GIAI).
La scelta della DGA e del suo direttore Luciano Scala di lavorare con il Piemonte sul tema dell’impresa credo sia stato determinato dal fatto che l’attenzione verso gli archivi e la cultura d’azienda ha sempre rappresentato sul territorio un elemento centrale per lo sviluppo e una costante nell’azione della Regione, della Soprintendenza archivistica, di molti istituti culturali, dei centri di documentazione e di qualche azienda. Infatti, già nei primi anni Ottanta la Regione aveva orientato la sua azione al sostegno di specifiche iniziative dedicate agli archivi sindacali, politici, del movimento contadino e d’impresa. Nei primi anni Novanta era stato costituito il «Gruppo di coordinamento regionale per la valorizzazione degli archivi del mondo del lavoro e della produzione» che era riuscito a coinvolgere le diverse componenti del mondo del lavoro, i referenti istituzionali, le associazioni imprenditoriali e alcune aziende.
Nei giorni dell’alluvione del novembre 1994 si colloca un momento importante di questo percorso, ovvero il convegno di Torino intitolato Industria, lavoro, memoria. Le fonti archivistiche dei sindacati dei lavoratori, delle associazioni imprenditoriali e delle imprese in Italia e in Europa. Il tema era quello dell’unificazione della memoria del lavoro e dell’impresa e gli interventi riguardanti gli archivi imprenditoriali e sindacali hanno illustrato la situazione di vaste parti d’Italia. Questo convegno ha rappresentato un momento significativo e ha portato alla determinazione di realizzare un primo censimento degli archivi economici e di avviare il progetto denominato Casa archivi, che nel 2016 ha portato all’apertura del Polo del ‘900.
Ricordo molto bene il convegno del 1994 svoltosi a Villa Gualino che ha significato per me, che già da qualche anno lavoravo come libero professionista, l’inizio di una frequentazione mai più interrotta con gli archivi d’impresa ed economici. In quegli anni mi sono occupato di molti riordini, e in particolare sul fronte d’impresa dell’intero Archivio Indesit e su quello del lavoro del grande archivio della Fiom torinese. Quando poi nel 1997 l’Assessorato regionale alla Cultura e la Soprintendenza archivistica hanno realizzato, con l’Associazione delle aziende metalmeccaniche e meccatroniche e la Lega delle cooperative, il primo censimento degli archivi storici d’impresa della provincia di Torino, io sono stato incaricato di effettuare molti sopralluoghi e ho lavorato a lungo sul progetto che ha permesso di identificare i principali istituti di conservazione e complessi archivistici. Nella fase seguente si è cercato di intervenire in numerosi contesti, sostenendo in particolare il recupero e la concentrazione di fondi documentari a rischio di dispersione.
Concluso il censimento, nel 2013 abbiamo pensato di realizzare un approfondimento sul settore agroalimentare identificando 77 aziende con archivi disponibili per la ricerca. Da quel momento la Regione Piemonte ha evidenziato fra le priorità indicate nei piani di attività la voce riferita agli archivi d’impresa e alle eccellenze produttive e nelle linee di contribuzione annuali si è sempre cercato di sostenere i progetti che venivano presentati in favore della memoria d’impresa. Inoltre è stata intensificata la collaborazione con la DGA, l’ICAR, l’ICCU, Museimpresa e numerosi soggetti del territorio e fuori regione.
Nell’ultimo decennio sono state tante le iniziative, promosse da soggetti pubblici e privati, indirizzate agli archivi economici e aziendali, molte delle quali ho seguito sia da un punto di vista scientifico, sia da quello amministrativo curandone le pratiche di contribuzione. In questo contesto i due percorsi più significativi, ancora in corso, sono stati quelli sul tessile biellese e sul distretto orafo di Valenza.
Nel 2009 la Provincia di Biella ha avviato un vasto progetto per valorizzare la tradizione dell’industria del tessile, con la partecipazione dell’Unione industriale, DGA, Regione, Anai, DocBi, del Centro di documentazione della Camera del lavoro, della Fondazione Zegna e dell’Archivio storico dell’azienda Tollegno 1900. Attraverso azioni di ricerca e di studio, riordini e interventi di salvaguardia, digitalizzazione e pubblicazione, forti del coinvolgimento diretto di alcune aziende, è stato costituito il Centro rete Biellese Archivi tessili e moda presente sul web con un proprio portale. Più di recente il progetto sul tessile è stato ampliato alla zona di Chieri, grazie alla presenza del Museo del tessile istituito nel 1997.
Per iniziativa regionale e del Comune di Valenza nel 2016 ha preso avvio il progetto Archivi Orafi, a cui ho partecipato con convinzione, che ha portato alla rilevazione delle aziende dell’oreficeria valenzana (in attività o cessate), alla sistemazione di alcuni archivi di prodotto e fondi documentari, alla digitalizzazione di bozzetti, cataloghi, pubblicazioni, periodici e documenti, alla realizzazione di mostre ed eventi, alla costruzione di un sito web.
Ho la sensazione che negli ultimi tempi la spinta propulsiva che ha portato a realizzare tanti progetti e a qualificare il Piemonte come un territorio fortemente impegnato nella salvaguardia e valorizzazione della memoria d’impresa si sia affievolita. Le motivazioni sono senz’altro da ricercarsi nelle difficoltà economiche e sociali di questi anni, forse anche nel fatto che alcuni dei principali promotori delle stagioni più intense di lavoro si sono trasferiti o ritirati. Tuttavia alcuni indicatori confermano un’attenzione verso la storia d’impresa ancora presente e di certo preannunciano una nuova fase per il prossimo decennio: il convegno L’industria in mostra del 2017, gli incontri nazionali del GIAI del 2018 a Biella e del 2019 a Pessione in Casa Martini, l’attività del Museo nazionale del cinema d’impresa di Ivrea, l’interesse verso gli archivi delle case editrici (Sei, Paravia, Loescher ecc.), i numerosi fondi conservati dall’Archivio di Stato di Torino (GFT, Salp, Officine Savigliano, Utet, Einaudi, Lanterna magica ecc.) e, soprattutto, il fatto che alcune aziende continuino ad investire sul recupero e sulla condivisione del proprio patrimonio culturale archivistico e museale, fra queste Olivetti, Fiat, Zegna, Aurora, Martini & Rossi, Alessi, Borsalino, Italgas, Reale Mutua.
Per saperne di più
Archivi d’impresa in Piemonte, Centro studi piemontesi, 2013 (scarica il pdf)
La Collezione digitale di immagini del mondo dell’impresa, dell’industria e del lavoro del Piemonte, in «DigItalia» 1/2011 (scarica il pdf)
Collezione di immagini digitali del mondo dell’impresa, dell’industria e del lavoro del Piemonte, in Internet Culturale
Archivi Orafi Valenza
Centro Rete Biellese, Archivi tessili e moda
Archivio Storico Tollegno 1900
Fondazione Zegna
Fondazione Fila Museum
Fondazione per il Tessile di Chieri
Associazione Archivio Storico Olivetti
Centro Storico Fiat
Manifattura Penne Aurora
Archivio Opere Borsalino
Casa Martini
Fondazione 1563
Archivio Storico Reale Mutua
Archivio Storico Italgas
Museo Alessi
Polo del ‘900