Martedì 16 novembre 2021 è stata inaugurata la nuova versione del Portale Antenati. Gli Archivi per la ricerca anagrafica: nuova grafica, nuove funzionalità e nuovo responsive design, che permette agli utenti di navigare comodamente non solo dal PC ma anche dal tablet o dal cellulare.

Klimt

Gustav Klimt, “L’albero della vita”, 1905-1909

Si tratta di un portale molto visitato sia in Italia sia dall’estero: per avere un’idea, dal 16 novembre a metà dicembre del 2021, il Portale ha avuto una media di 31.000 fruitori settimanali (con un tempo di permanenza sul sito di 25 minuti e 40 secondi). Gli utenti hanno visualizzato circa 5 milioni di pagine (inclusi i registri), e non è difficile comprenderne il motivo.

Infatti, Antenati consente «all’utente di consultare gratuitamente le riproduzioni digitali dei registri di stato civile, liste di leva, ruoli matricolari e altri documenti di carattere genealogico e anagrafico, conservati presso i singoli Archivi di Stato italiani, e anche, ove disponibili, le banche dati dei nomi citati nei registri, tramite le funzioni Cerca per nome e Cerca nei registri». E mette a disposizione «ampie informazioni sulla documentazione utile per la ricerca genealogica, anagrafica, di storia delle famiglie e delle persone, ma anche per la demografia e la storia sociale, conservata presso gli Archivi di Stato italiani (stato civile, liste di leva, ruoli matricolari ecc.), nonché su banche dati nominative, tratte da questa documentazione, consultabili online o nelle sale di studio dei singoli Archivi di Stato, grazie alla funzione Esplora gli Archivi».
Tutto questo in quattro lingue: in italiano (naturalmente), in inglese, in spagnolo e in portoghese.

L’etimologia della parola antenato non nasconde tanti misteri quanti invece ne scaturiscono dal suo significato e dai sinonimi e affini.
La voce dotta del tardo latino da cui proviene il vocabolo italiano è antenātus, composta da ănte, che significa ‘prima’ e nātus cioè ‘nato’. Si tratta quindi di un «ascendente non prossimo, progenitore»; mentre il plurale maschile, antenati, riguarda «le generazioni precedenti di un popolo, di una nazione, o anche dell’umanità; avi».
Chi di noi, dunque, non è interessato a conoscere la propria storia, il proprio passato, le proprie radici, magari per comprendere meglio ciò che è oggi?

Continuando a sfogliare i vocabolari, possiamo cogliere molte altre interessanti sfumature. Come abbiamo già detto, un antenato è chi, all’interno della stessa famiglia, è nato e vissuto prima. Capostipite è chi ha dato origine a una famiglia o a una stirpe. Progenitore può essere invece utilizzato come sinonimo di capostipite: in senso più generale, tuttavia, può essere adoperato al posto di antenato.

Il termine avo (dal latino avus, con il significato di ‘anziano’), al singolare, in usi antichi e letterari, significa ‘nonno’ (padre del padre o della madre), mentre specialmente al plurale (avi) può essere usato come sinonimo di antenati. Il femminile ava, quindi, è sinonimo di ‘nonna’.
La parola ascendente, cioè la persona da cui si discende per nascita, a differenza di avo o antenato, può riferirsi anche al padre o alla madre.
I vocaboli àtavo (con l’accento sulla a), bisavo (o bisavolo) e trisavolo, al plurale, possono essere utilizzati come sinonimi di antenati.

Esaminiamoli uno ad uno. Àtavo, dal latino atăvus, è un probabile composto di at(ta) ‘nonno’ (nel linguaggio infantile) e avus ‘avo’, ed è, nella lingua letteraria, il genitore del trisnonno o della trisnonna. Come già detto, al plurale, si usa genericamente con il significato di ‘lontano antenato’, come in questi versi di Giosuè Carducci, tratti da Da Desenzano: «Dolce tra i vini udir lontane istorie / d’atavi, mentre il divo sol precipita / e le pie stelle sopra noi viaggiano /e tra l’onde e le fronde l’aura mormora» (Odi barbare, 1877).

Bisavo e bisavolo, composti di bis- e avo(lo), indicano il bisnonno, così come trisavo o trisavolo (formato sul modello di bisavolo) è il padre del bisnonno, quindi il trisnonno. «Proprio le mani di Sonia, è più di cent’anni, hanno drappeggiato con amore sul suo corpo di bambola il vestito da sposa della bisavola, donato alla Madonna in voto e per gloria del felice matrimonio. Dal piccolo seno scende rigido sui piedini, trapunto d’oro». Così Francesca Sanvitale nel romanzo vincitore del Premio Strega Madre e figlia (1980), in cui si dipana, accanto alla grande Storia, dai primi del Novecento alla Grande Guerra, e poi dalla Seconda guerra mondiale fino al Sessantotto, la storia di due generazioni e di due personaggi in dialogo attraverso le vicende familiari.

Tuttavia, non tutti i parenti (come per esempio i fratelli, gli zii o i cugini), pur avendo ascendenti in comune, sono parenti in linea retta. E in questo caso ci viene in aiuto la parola di àmbito giuridico collaterale (dal tardo latino collateralis, formata da con- e latus -tĕris ‘fianco’), che si dice del «vincolo di parentela che si stabilisce tra persone che, pur avendo uno stipite comune, non discendono l’una dall’altra: parentela collaterale e linea collaterale di parentela». Si parla anche di parente collaterale o un/una collaterale, usato come sostantivo.

Tornando alla parola antenato, non può non venire in mente la trilogia romanzesca I nostri antenati (1952-1959) di Italo Calvino. I tre romanzi (Il visconte dimezzato, 1952; Il barone rampante, 1957; Il cavaliere inesistente, 1959) hanno la caratteristica di «essere inverosimili e svolgersi in epoche lontane e in paesi immaginari» e, nello stesso tempo, di rappresentare la condizione dell’uomo contemporaneo. Tre contes philosophiques che, in forma di laica parabola, raccontano, attraverso «l’immagine di un uomo tagliato in due da un colpo di cannone, con le due metà (chiamate Il Buono e Il Gramo) che vanno da sole in cerca di avventure fino a riunirsi nella conclusione del libro, […] la condizione di un uomo che vive in un modo spartito tra Stati Uniti d’America e Unione Sovietica, tipica degli anni della Guerra fredda» (Il visconte dimezzato); «la posizione dell’intellettuale, [i]l suo isolamento e, al tempo stesso, le sue relazioni con la vita degli altri» (Il barone rampante); «la ricerca di un’esistenza piena, in cui la legge morale della coscienza possa convivere con il mondo reale», rappresentata da Agilulfo, «un’armatura che cammina e dentro è vuota» (Il cavaliere inesistente).

Le genealogie sono allegorie, per Calvino, mentre, per chi consulta e consulterà il Portale Antenati, le genealogie sono qualcosa di concreto (come concreta può essere la metafora delle radici dell’albero genealogico), che permette di accedere a un tesoro storico e anagrafico familiare, come dice l’etimo stesso di genealogia: geneá, ossia ‘famiglia’ e logía, cioè ‘scienza’, dal greco antico.
In direzione di una possibile ricostruzione attiva del patrimonio memoriale familiare si colloca anche la sezione del Portale intitolata Storie di famiglia: «La ricerca delle proprie origini e della propria storia familiare è un’esperienza coinvolgente e carica di risonanze emotive che può essere appassionante condividere con gli altri. Per questo il Portale propone ai propri utenti anche uno spazio nel quale raccontare, con testi e con immagini, le proprie storie e i propri particolari percorsi di ricerca». Nella sezione, infatti, si offre all’utente l’opportunità di contribuire direttamente alla sottosezione Racconta la tua storia di famiglia, alla quale l’utente è invitato a contribuire con un testo in cui raccontare le scoperte sui propri antenati, rese possibili grazie alle ricerche effettuate nel Portale. Ad oggi i racconti pubblicati sono più di quaranta.

Per saperne di più

Il Portale Antenati (Gli Archivi per la ricerca anagrafica)

16 novembre 2021, Roma | Presentazione del nuovo portale Antenati. Gli Archivi per la ricerca anagrafica, nel sito della Direzione Generale Archivi

Una serie di articoli su Antenati disponibili nel sito del «Mondo degli Archivi»

Per le citazioni e le etimologie, sono stati consultati:
lo Zingarelli 2022; Vocabolario Treccani.it; Nuovo Devoto-Oli; Stazione lessicografica dell’Accademia della Crusca; DELIn – Il nuovo etimologico Zanichelli; Enciclopedia dei ragazzi Treccani

Vuoi lasciare un commento?