Le manifestazioni per il bicentenario della fondazione dell’ex ospedale psichiatrico San Niccolò di Siena, iniziate ufficialmente il 6 dicembre 2017, hanno coinciso con il quarantennale della cosiddetta legge Basaglia e sono state celebrate con numerose iniziative. All’interno di queste celebrazioni si è inserita la volontà da parte della sede operativa di Siena della AUSL Toscana sud est di valorizzare l’archivio del San Niccolò grazie ai finanziamenti della Regione Toscana, garantendone un’apertura al pubblico continuativa ed aderendo al progetto Carte da Legare – Archivi della psichiatria in Italia, promosso dalla Direzione generale per gli archivi.

Siena: Veduta esterna del Manicomio (xilografia di Giuseppe Barberis)

Veduta esterna del Manicomio di Siena(xilografia di Giuseppe Barberis) 1895

Le manifestazioni per il bicentenario della fondazione dell’ex ospedale psichiatrico San Niccolò di Siena, iniziate ufficialmente il 6 dicembre 2017, hanno coinciso con il quarantennale della cosiddetta legge Basaglia e sono state celebrate con numerose iniziative tra le quali: la pubblicazione di importanti libri sulla storia del manicomio, lezioni e convegni (“Un OP di nome San Niccolò. Storia e memorie della psichiatria senese a 40 anni dalla legge Basaglia” tenutosi il 20 e 21 settembre 2018 presso l’Istituto storico della Resistenza senese e dell’età contemporanea), mostre (ci limitiamo a segnalare la più importante: “Società di esecutori di pie disposizioni e manicomio di San Niccolò: un legame secolare. Storia dell’ospedale psichiatrico senese attraverso i progetti dei suoi edifici” aperta dal 5 dicembre 2018 al 20 gennaio 2019 e poi prorogata fino al 3 marzo 2019 nella sede della Società di esecutori di pie disposizioni) e visite guidate. All’interno di queste celebrazioni si è inserita la volontà da parte della sede operativa di Siena della AUSL Toscana sud est di valorizzare l’archivio del San Niccolò grazie ai finanziamenti della Regione Toscana, garantendone un’apertura al pubblico continuativa ed aderendo al progetto Carte da Legare – Archivi della psichiatria in Italia, promosso dalla Direzione generale per gli archivi.

La fondazione dell’ospedale psichiatrico a Siena, il 12 ottobre 1818, si deve alla Società di esecutori di pie disposizioni, istituzione che fin dalle sue origini medievali si prefiggeva di svolgere anche attività assistenziali, tra le quali appunto la gestione dell’Ospedale “dei tignosi, delle gravide occulte e dei dementi”. Il manicomio è rimasto in attività fino al settembre del 1999.

L’archivio storico del San Niccolò, ora di proprietà dell’Azienda sanitaria Usl Toscana sud est, conserva documentazione sanitaria dell’ente a partire dal XIX secolo. La documentazione amministrativa è invece suddivisa tra la parte antica, rimasta presso la Società di esecutori di pie disposizioni, e quella recente, successiva all’istituzione del San Niccolò in ente morale autonomo nel 1949, che si trova presso l’archivio storico dell’Azienda sanitaria. Dunque i fondi dell’archivio storico dell’Azienda sanitaria sono: sanitario, amministrativo (dal 1949) e fotografico. A questo nucleo si è aggiunto il fondo del Consorzio antitubercolare di Siena.

Il progetto senese si è incentrato sulla schedatura della serie delle cartelle cliniche del fondo sanitario (donne e uomini) tramite l’utilizzo dell’applicativo ArcanaMente. Non sono stati presi in considerazione i diari sanitari dei primi anni di apertura del manicomio (Giornale del San Niccolò, pezzi nn. 1433-1437 dal 1840 al 1859) in quanto il numero di ammissioni era particolarmente esiguo e le notizie anamnestiche erano segnate in ordine cronologico e non suddivise per singolo paziente.
In dodici mesi (aprile 2018 – marzo 2019) sono state schedate 3.565 unità archivistiche, di cui 1751 dal 1853 al 1891 relative a pazienti donne e 1814 dal 1842 al 1889 a uomini. Ogni unità consiste in una cartella clinica ed eventuale altra documentazione. In ciascuna cartella clinica vengono narrate le vicende anamnestiche del paziente fino al momento della sua ultima dimissione, includendo anche tutte le eventuali ammissioni successive alla prima. I ricoveri totali inseriti sono 5.303 (2.539 donne e 2.764 uomini). Per la schedatura di ogni ricovero, oltre alle cartelle cliniche, sono state utilizzate diverse fonti, conservate in serie distinte del fondo sanitario: registri di ammissione, module informative precedenti al ricovero e fascicoli della documentazione amministrativa.

Si presentano alcune analisi dei dati raccolti, con l’avvertenza che essi consentono una visione solo parziale dei movimenti dei degenti nel manicomio di Siena, in quanto non includono i ricoveri successivi al 1891 per le donne e al 1889 per gli uomini.

Il primo aspetto preso in esame è il numero di ingressi (Fig. 1). Lo spartiacque cronologico è il 1869, anno in cui venne assegnata al manicomio senese la competenza sulle provincie di Arezzo, Pisa, Livorno e Grosseto, in seguito al blocco delle ammissioni da parte del manicomio di San Bonifazio di Firenze. Dalle prime cartelle cliniche fino al 1869 compreso, si registrano 73 ammissioni per le donne e 149 per gli uomini. La provenienza dei degenti era così ripartita: Arezzo 9,61%, Firenze 1,31 %, Grosseto 7,42%, Livorno 9,17%, Lucca 0%, Massa-Carrara 2,18%, Pisa 3,49%, Pistoia 0,44%, Prato 0% e Siena 66,37%. Per gli anni successivi si nota un notevole incremento di ammissioni annuali giungendo fino a un massimo di 210 per gli uomini nel 1882 e di 189 per le donne nel 1891. In questi anni l’appartenenza geografica muta notevolmente con un incremento dei malati provenienti dalle province di Livorno e Pisa. Queste le percentuali: Arezzo: 13,04%, Firenze 1,22%, Grosseto 7,55%, Livorno 22,17, Lucca 0,41%, Massa-Carrara 0,21%, Pisa 21,18%, Pistoia 0,18%, Prato 0,16% e Siena 33,87%.

Grande attenzione è stata riservata anche alla schedatura delle diagnosi di ingresso, raggruppate nel grafico presentato nella fig. 2. E’ stato necessario accorpare la diagnosi di lipemania, assimilabile all’attuale depressione, con le varie tipologie di mania (furiosa, semplice, con stupore ecc.), poiché il sistema di ricerca fornito dal programma non consente la ricerca per singola tipologia di mania. Nelle due categorie di depressione/malinconia/melanconia (1,5%) e lipemania/mania (45,06%)
ricade il 46,56% degli ingressi. In ordine di frequenza seguono la demenza e l’“imbecillità”, che oggi verrebbe diagnosticata come sindrome di Down o con una patologia affine. Queste due diagnosi sono state accorpate in un’unica voce del grafico (15,13%), non essendovi una chiara distinzione terminologica nella documentazione. Seguono, per numero, i degenti affetti da epilessia (10,77%).

Un altro aspetto analizzato è la condizione economica dei degenti del manicomio negli anni presi in considerazione, ricavata dall’annotazione riportata nella cartella clinica, che ha quindi un forte margine di soggettività. La fig. 3 presenta i dati di 3.911 ricoveri di donne e uomini dei quali si conosce la condizione economica. Ne risulta che in maggioranza (74%) erano di estrazione misera e povera, per il 16% discreta/modesta, l’8% agiata o benestante e solo il 2% raggiungeva un buon livello economico. Si nota il numero molto ridotto di persone che si possono ricondurre ad una classe media perché di condizione qualificata come “buona”, i cui ingressi risultano addirittura minori rispetto a quelli delle persone ricche che, dietro pagamento di una retta, trovavano ospitalità nelle due rinomate Ville di salute, amministrate in regime privatistico dalla Società di esecutori di pie disposizioni.

Nella fig. 4 si illustrano i dati inerenti le destinazioni d’uscita di ogni ricovero, prendendo in esame sia uomini che donne. Possiamo suddividere le tipologie di uscita dei malati in tre macrosezioni: guarigione 35,67% (autorità di polizia 0,08%,carcere 0,18%, istituto religioso 0,04%, stato di libertà 35,37%), nessuna guarigione o miglioramento 23% (altro ospedale 0,12%, altro ospedale psichiatrico 2,61%, istituto di assistenza e cura 6,04%, ospedale psichiatrico giudiziario 0,06%, stato di semilibertà 14,17%), e morte in ospedale 41,32%. Per stato di semilibertà intendiamo coloro che sono passati dal manicomio alla custodia domestica, che fossero migliorati o no.

Il 15 aprile 2019 questi dati sono stati resi fruibili all’interno del motore di ricerca del portale “Carte da Legare” grazie alla collaborazione di Alida Caramagno e Monica Nocentini, funzionarie della Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana, e alla supervisione dei referenti nazionali del progetto Leonardo Musci e Rossella Santolamazza.

Per ulteriori approfondimenti e ricerche scrivere all’indirizzo e-mail: archiviostorico@uslsudest.toscana.it

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