La ricostruzione dell’archivio della Repubblica Romana (1798-1799) nasce dall’esigenza di offrire agli studiosi uno strumento di approccio analitico al complesso quadro diacronico delle magistrature del nuovo governo repubblicano, per consentire lo studio del funzionamento degli organi statali che ne componevano la struttura di natura giuridico-amministrativa, attraverso il materiale documentario prodotto dai corpi legislativi.

Nel quadro dell’analisi storiografica sull’origine e la proclamazione del governo democratico, la storia della Repubblica Romana presenta infatti delle significative assenze che si sono venute parzialmente colmando solamente nella seconda metà del Novecento. La caduta della Repubblica Romana, indubbiamente, accelerò il processo di distruzione degli incartamenti e di tutto il corpo documentario ritenuto pregiudizievole, con la cancellazione di «ogni forma di compromissione con uomini e cose, che potevano provare imbarazzanti legami con il potere rivoluzionario»1. Come sosteneva Armando Lodolini, la disponibilità di «buon materiale archivistico (…) gioverebbe a rifare la storia del biennio 1798-99 su cui non mancano invece le fonti bibliografiche»2.

Fino a ora, però, mancava una ricognizione aggiornata delle fonti archivistiche, oggi conservate in diverse sedi: la maggior parte delle carte è custodita presso l’Archivio di Stato di Roma e una parte più esigua nell’Archivio Segreto Vaticano, mentre alcuni nuclei si trovano presso gli Archivi di Stato presenti nei territori dove si era istaurata la Repubblica Romana.

Sebbene il periodo di vita della Repubblica Romana sia stato breve (febbraio 1798-settembre 1799), le magistrature, nell’ambito delle loro molteplici attività, tra cui la nuova amministrazione finanziaria dei Beni nazionali, portarono a compimento numerose azioni legislative ed esecutive per il cui svolgimento vennero redatti migliaia di documenti cartacei. Abbiamo scarse notizie del loro ordinamento archivistico più antico, non essendo pervenuto nessun inventario ed essendo scomparsa la maggior parte delle note dorsali. Quelle pervenuteci si trovano per lo più nel verso di numerose carte, nell’angolo inferiore esterno, e permettono di ipotizzare un primo ordinamento non coevo ma avvenuto forse nella prima metà dell’Ottocento. Numerosi interventi di scomposizione e ricomposizione dei fondi ottocenteschi hanno portato, nel corso del tempo, al risultato di spezzare concatenazioni e favorire la sovrapposizione dei documenti: i rimaneggiamenti, il lavoro di ordinamento e gli scarti subiti fino alla fine dell’Ottocento e nei primi decenni del Novecento ne rendono difficile la consultazione e complesso il lavoro di indagine e di inventariazione.

Da qualche anno a questa parte si è tentato di riunificare ciò che alla fine del XIX secolo era restato assurdamente diviso o intrappolato nelle miscellanee. È il caso del fondo della Repubblica Romana conservato presso l’Archivio di Stato a Roma, che era stato acquisito nei primi anni di vita dell’istituto e riordinato «parte per materia e parte cronologicamente, tra la fine dell’Ottocento e i primissimi anni del Novecento»3 in una miscellanea di 116 buste e un registro. La consultazione dell’archivio della Direzione dell’istituto e in particolare delle note relative ai versamenti effettuati non fornisce chiarimenti utili a ricostruire le motivazioni di tale intervento, che è stato frutto di un approccio archivistico assolutamente inadeguato e ha generato dispersioni e frazionamenti, attraverso l’estrapolazione di fascicoli e carte sciolte da vari fondi delle amministrazioni preunitarie. Benché considerato dagli storici il più completo sul biennio repubblicano, l’archivio della Repubblica Romana I (1798-99) si presenta quindi piuttosto disorganico perché riunisce, accanto a un nucleo consistente di carte dell’ex Ministero delle finanze pontificie (dal fascicolo 35 al fascicolo 233), estratti, decreti, istanze e lettere in originale e in copia, prodotti dalle magistrature centrali (organi legislativi, esecutivi e giudiziari) e da quelle periferiche (amministrazioni dipartimentali) del governo democratico. Tutto il materiale documentario è stato oggetto di un successivo riordinamento, effettuato nel 1984, che ha riunito la  documentazione in 62 buste.

Il fondo denominato Repubblica Romana I conservato nell’Archivio Segreto Vaticano possiede un indice per la consultazione identificato con il carattere numerico 11894 ed è costituito da circa 2.500 unità archivistiche riunite in 11 buste, in buono stato di conservazione, riordinate nel 2001. Fatta eccezione per alcune carte sciolte contenute nelle buste 10 e 11 che sono cronologicamente antecedenti alla proclamazione della Repubblica Romana, la documentazione è prodotta dalle magistrature repubblicane che, organizzate sulla falsariga delle ‘repubbliche sorelle’, detenevano il potere legislativo (Senato e Tributo) e quello esecutivo (Consolato), e da alcuni ministeri. Il fondo riunisce volumi rilegati (bb. 2-4; 7-9), altri deteriorati (b. 1), mutili (b. 8) o sprovvisti di copertina (b. 9), una filza di fogli manoscritti (b. 5) e infine due buste di carte sciolte (bb. 10-11). Nella b. 10 troviamo una miscellanea di lettere, promemoria, ricevute di pagamenti, prospetti, attestati di fedeltà alla Repubblica, richieste di vario genere; nella b. 11 sono raccolti editti, notificazioni e sentenze a stampa.

Allo scopo di allineare la redazione dei mezzi di corredo per facilitarne la consultazione da parte degli studiosi, I fondi conservati nei due archivi romani sono stati posti a confronto e si è rilevato che alcuni dicasteri repubblicani sono presenti esclusivamente in un fondo (es. Tribunato anno VI in Archivio Segreto Vaticano) mentre altre magistrature compaiono in entrambi (es. Senato VI in Archivio Segreto Vaticano e Senato VI e VII in Archivio di Stato di Roma). Dal punto di vista cronologico la documentazione conservata in Archivio Segreto Vaticano si riferisce nella quasi totalità all’anno VI repubblicano e quella presente in Archivio di Stato di Roma invece si distribuisce tra l’anno VI e il VII. Quest’ultimo è un fondo assai frammentario il cui nucleo principale è costituito dalle carte del Ministero delle finanze pontificie mentre gli altri dicasteri sono presenti marginalmente.

La possibilità di una lettura parallela dei due complessi è offerta adesso dagli inventari analitici realizzati nell’àmbito del dottorato di ricerca, che sono stati mantenuti distinti sia per rispondere all’esigenza di fornire ai ricercatori uno strumento aderente alla documentazione conservata in ciascun istituto, sia per rispettare gli inventari preesistenti (risalente al 1984 per l’Archivio di Stato di Roma e al 2001 per l’Archivio Segreto Vaticano). In vista della pubblicazione a stampa (che vedrà la luce nella seconda metà del 2018), si dovrà effettuare una revisione congiunta degli inventari redatti, necessaria per l’uniformità del volume, così come si dovrà curare l’elaborazione di un apparato di indici unificati dei nomi di persona e di quelli degli enti. Il lavoro di ricerca può a tutt’oggi definirsi concluso.

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1MARINA FORMICA, Nuove fonti per lo studio della Repubblica Romana del 1798-1799 in Roma moderna e contemporanea, IV (1996), 1, p. 233.
2ARMANDO LODOLINI, La Repubblica del 1798 in una collezione di bandi. Roma, Società Nazionale per la Storia del Risorgimento italiano, 1931, p. 676.
3ASR, Inventario n. 87, introduzione p. 6, a cura di Vittorio Malvagna
4ARCHIVIO SEGRETO VATICANO, Indice dei fondi e dei relativi mezzi di descrizione e di ricerca dell’Archivio Segreto Vaticano. Città del Vaticano, Archivio Segreto Vaticano, 2011, p. 63.

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