Alla fine degli anni Cinquanta un tipografo ed editore, un artigiano umanista, torna da Parigi alla sua città natale, Alpignano, a pochi chilometri dal centro di Torino, per aprire un atelier tipografico dedicato alla stampa di altissima qualità dei classici della letteratura e del pensiero. Ricominciava così, in Italia, l’avventura tipografica di Alberto Tallone.

Triennale magro, © Photos Ottavio Atti – Archivio degli Stili®

Tallone
Maestro de la
claridad, profesore
de pureza, heroe del
libro.
Pablo Neruda, 1962

Alla fine degli anni Cinquanta un tipografo ed editore, un artigiano umanista, torna da Parigi alla sua città natale, Alpignano, a pochi chilometri dal centro di Torino, per aprire un atelier tipografico dedicato alla stampa di altissima qualità dei classici della letteratura e del pensiero. Ricominciava così, in Italia, l’avventura tipografica di Alberto Tallone.

La qualità delle stampe e l’amore per l’arte tipografica resero in breve tempo l’atelier Tallone non solo uno dei punti di riferimento dell’editoria artigianale italiana, ma anche una vera e propria fucina di cultura, un luogo dove artisti, filologi, intellettuali e scrittori si incontravano e ammiravano la materializzazione del pensiero sulla carta attraverso il metallo dei tipi talloniani.

Alberto Tallone discendente da una delle più creative famiglie dell’ultima Scapigliatura lombarda, seppe creare una nuova estetica del libro di cultura del Novecento, elaborando pagine illustrate dai soli caratteri entro formati estremamente slanciati, in netta controtendenza con lo stile imperante nella prima metà del secolo, vocato alle imponenti prospettive razionaliste e alla moda del libro illustrato che, privilegiando le immagini, aveva frequentemente ridotto il testo a pretesto e la tipografia a riempitivo.

Enrico Tallone, Perseguire un’ideale

In questa vera e propria visione culturale della tipografia, Tallone ha trasferito al libro la sua passione per la “tipografia pura”, per la quale l’equilibrio tra bianchi e neri e la proporzionata distribuzione degli spazi vuoti sono i cardini dell’estetica della stampa, riprendendo la lezione del maestro tipografo settecentesco Giambattista Bodoni, per la quale sono i caratteri la “migliore illustrazione del libro”. In questo senso la scelta della composizione a mano, ancora oggi, risponde alla volontà di raggiungere la «massima chiarezza e la migliore esperienza di lettura possibile».

Oggi gli eredi di Alberto proseguono l’attività della casa editrice e a fianco dell’attività tipografica, nei locali adiacenti all’atelier tipografico, sono stati inaugurati nel 2018 l’Archivio degli Stili e la Conservatoria dei Punzoni.

L’Archivio degli Stili, ordina e raccoglie cinque secoli di evoluzione del segno grafico, «dai caratteri lapidari, medievali, gotici, rinascimentali, barocchi, transizionali, neoclassici, eclettici, liberty, modernisti, fino ai razionalisti e post-moderni, con i rispettivi punzoni sbalzati a mano».
Un lungo viaggio nella tipografia seguendo un percorso dove tutto è concreto e materico, un contrasto immediato nell’epoca del digitale e della smaterializzazione tecnologica. Lo stesso Tallone definiva spesso i caratteri come “sculture del pensiero” che «qui si possono comporre, inchiostrare, stampare, e poi riporre, onde  disperdersi in seguito nelle trame di altri autori entro nuove architetture tipografiche».

La Conservatoria dei Punzoni, raccoglie, invece, migliaia di punzoni utilizzati negli ultimi tre secoli per realizzare i caratteri. Tra questi, sono presenti i circa quattrocento punzoni che ripercorrono i 5 alfabeti del carattere disegnato da Alberto Tallone, inciso da Charles Malin a Parigi, e usato dalla casa editrice in esclusiva. A corredo di questa collezione, che costituisce una delle più importanti d’Europa, è inoltre raccolta l’intera filiera degli strumenti d’epoca per l’incisione e la fusione dei caratteri.

Da un punto di vista archivistico l’atelier Tallone presente due realtà di grande interesse, da un lato quella che si può considerare una sfida alle categorie archivistiche dove una complessa stratificazione di vicende produttive ha plasmato l’archivio della casa editrice e dall’altro la preziosissima testimonianza dell’archivio della famiglia Tallone, che conserva gli scambi epistolari con scrittori, intellettuali, artisti e personalità di tutto il mondo.

L’archivio della casa editrice, se da un certo punto di vista si può ricondurre alle categorie interpretative dell’archivistica d’impresa, a partire dal nucleo dell’archivio del prodotto, è in realtà una complessa stratificazione di realtà documentarie in senso lato che ripercorrono la storia della tipografia dalla fine del Settecento. Infatti Alberto Tallone a Parigi rileva l’atelier tipografico di Maurice Darantiere, attivo dagli anni della Rivoluzione Francese e nel 1960 diventa il nucleo della nuova attività riaperta ad Alpignano. Nella logica dell’archivio del prodotto è interessante rilevare come alle edizioni stampate artigianalmente, cuore della produzione della casa editrice, fanno da contraltare i tipi, i caratteri e i punzoni realizzati nel corso di tutto il Novecento come vertice di una riflessione che unisce design, stampa e “archeologia industriale”.

L’archivio della famiglia Tallone è invece un inestimabile spaccato della vita culturale del Novecento, dove sono conservate le lettere ricevute da scrittori, letterati e artisti che nel corso del loro rapporto “professionale” con Tallone hanno stretto con il tipografo umanista una stretta amicizia. Tra le lettere più famose si possono citare quelle di Pablo Neruda, che conobbe Tallone nel 1962, Giuseppe Ungaretti, Gianfranco Contini, Luigi Einaudi, Giuseppe Roncalli futuro Papa Giovanni XXIII e molti altri.

Proprio il poeta cileno ci ha lasciato una delle più vibranti descrizioni dell’atelier di Alpignano:

Attraversai la chiara sala dove sta chi lavora, l’immensa officina: riproduzione quasi esatta della stamperia di Gutenberg. I grandi tavoli, i caratteri che si scambiano di mano in mano, i depositi della fragrante carta meravigliosa che produce l’Italia. Poi la conversazione, con la cordialità del vino, il vino bianco della regione di Torino. Ma, il suo amore per la tipografia, la sua vocazione immensa di stampatore, la sua dedizione assoluta a ogni pagina dei suoi libri, questo era ciò che comunicava Tallone, come una luce ardente emanata dall’anima.

Pablo Neruda, Homenaje al libro y a Alberto Tallone, Ode alla Tipografia

Per saperne di più

La storia di Tallone nel sito della casa editrice

La mostra Talismani dell’editoria. I Tallone e gli scrittori del ‘900tenutasi nel 2015 alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma (Spazi900)

Caratteri e Punzoni

Fotografie

Lettere

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