Dal mese di settembre 2017 ha preso avvio con grande successo l’inserimento lavorativo di tre volontari del Servizio civile nazionale presso l’Archivio di Stato di Piacenza.

La legge 64/2001, con cui è stato istituito il Servizio civile nazionale, contempla il raggiungimento di importanti finalità, tra cui la promozione della solidarietà e della cooperazione a livello nazionale ed internazionale, con particolare riguardo alla tutela dei diritti sociali, ai servizi alla persona e all’educazione della pace fra i popoli. Ma di fondamentale importanza è anche l’impegno nella salvaguardia e tutela del patrimonio culturale nazionale. In sintesi, un servizio che opera nel rispetto dei principi della solidarietà, della partecipazione, dell’inclusione, dell’utilità sociale nei servizi resi e, non ultimo, anche a vantaggio di uno sviluppo dell’occupazione giovanile.

Il Servizio civile nazionale è un sistema complesso che prevede il coinvolgimento degli enti accreditati e, naturalmente, dei volontari che tramite bandi presentano la loro candidatura ad essere impiegati in vari progetti. All’inizio del 2017 è stato varato il progetto 1000 Giovani Mibact per impiegare mille volontari in 116 progetti presso gli istituti del Ministero. Le sedi individuate sono state 320 su tutto il territorio nazionale e comprendevano Archivi, Biblioteche, Musei. Tra le sedi accreditate per il progetto Cultura Giovani Emilia-Romagna Archivi, che riguarda sei Archivi di Stato dell’Emilia-Romagna, c’era l’Archivio di Stato di Piacenza per attività di valorizzazione incentrate sull’incremento dell’offerta archivistica e bibliografica. All’Archivio di Stato di Piacenza sono stati destinati tre volontari (in partenza erano quattro ma le lungaggini del procedimento hanno distolto il possibile quarto esponente) prontamente “arruolati” in qualificate attività d’istituto a cominciare dalla schedatura di serie archivistiche (ad es. Comitati Pallastrelli alias Opere federate, Collegio dei notai, Registri e ruoli matricolari del Distretto Militare, Allegati delle provvigioni del Consiglio Generale) ma non solo.

Riportiamo alcuni commenti dei tre giovani, che si dichiarano entusiasti del lavoro che stanno svolgendo. Maria Luisa Cavalli: «Ho appreso della possibilità di svolgere il Servizio civile durante alcune lezioni che tenevo nella biblioteca comunale del mio paese, Cortemaggiore. Inizialmente speravo di svolgere il servizio proprio lì in biblioteca, poi la bibliotecaria mi disse della possibilità di poterlo svolgere anche presso altri enti come appunto l’Archivio di Stato, che non conoscevo ma di cui avevo sentito parlare principalmente in ambiente universitario. In Archivio mi occupo di inventariare alcuni fondi di età moderna sprovvisti di qualunque strumento di ricerca e in questo posso anche avvalermi della conoscenza, frutto dei miei studi, della lingua latina. Mi sto appassionando e non mi dispiacerebbe per il futuro un lavoro come archivista nella pubblica amministrazione, poi sono laureata in lettere classiche e studio giurisprudenza e non mi dispiacerebbe nemmeno dedicarmi all’insegnamento».

Chiara Chittofrati invece ci racconta del suo entusiasmo per le biblioteche ma, al contrario di Maria Luisa, ha appreso della possibilità di svolgere il Servizio civile tramite il Centro per l’impiego e, dato che si era laureata in Beni artistici e per lo spettacolo, le hanno consigliato di fare domanda proprio in Archivio di Stato. «È stata per me una bellissima opportunità, ho visto che c’erano almeno due possibilità, alla Biblioteca comunale “Passerini Landi”, presso la quale avevo tra l’altro già svolto un tirocinio, e all’Archivio di Stato appunto. Sapevo che anche qui c’era una biblioteca e volevo vedere come funzionava, pur non a scaffale libero e all’esclusivo servizio della sala di studio. Adesso sto collaborando con la dottoressa Anselmi all’aggiornamento del sito istituzionale e alla redazione della banca data dei caduti piacentini nella Prima Guerra Mondiale, senza però tralasciare l’esercizio prettamente biblioteconomico consistente nella catalogazione e nella movimentazione dei libri».

Gianluca Libelli invece conosceva già l’Archivio di Stato di Piacenza poiché tre anni fa aveva svolto un tirocinio formativo quale studente del liceo “Melchiorre Gioia di Piacenza”. Rimasto entusiasta e legato all’istituto piacentino, ha pensato di ripetere l’esperienza questa volta per un anno intero. «Ho saputo tramite il sito dei Beni Culturali della possibilità di poter partecipare a questo bando, ci tenevo molto ed oggi sono molto contento di essere riuscito nel mio intento. Mi dedico ai ruoli matricolari dei militari del periodo della Prima Guerra mondiale e all’inventariazione del fondo delle Opere federate per l’assistenza e la propaganda nazionale, nonché alla schedatura di opuscoli e articoli di quotidiani locali, nazionali ed esteri riguardanti il primo conflitto mondiale. Collaboro anche ai laboratori formativi, sono stato piacevolmente coinvolto nella seguitissima attività dell’istituto consistente in visite guidate e in laboratori storico-tematici rivolti agli studenti delle scuole medie e superiori piacentine».

Il direttore Gian Paolo Bulla e la responsabile dell’attività didattica Anna Riva, sono molto soddisfatti dell’esperienza, che auspicano possa proseguire con l’attuazione di nuovi bandi, e giudicano assai positiva l’attività svolta dai giovani volontari, che considerano veri e propri apprendisti archivisti sempre pronti ad imparare senza mai tirarsi indietro.

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