Sono stati in centinaia i cittadini di Rieti, Amatrice e Accumoli arrivati domenica 8 ottobre 2017 all’Archivio di Stato di Rieti per partecipare alla inaugurazione della mostra storico-documentaria Le carte tra le macerie sul patrimonio archivistico recuperato nel terremoto di Amatrice-Accumoli del 24 agosto 2016.

Purtroppo solo una minima parte di loro è riuscita ad entrare nella saletta conferenze dell’Istituto reatino, tanto che già all’inizio della manifestazione il servizio di vigilanza ha dovuto bloccare l’ingresso per evitare possibili problemi di sicurezza dovuti all’eccesso di pubblico.

È stato un tributo a tutta l’Amministrazione archivistica che si è distinta nel recupero degli archivi storici tra le macerie del sisma. I numeri parlano chiaro: entro i quindici giorni successivi al sisma furono recuperati ben quattordici dei sedici archivi che complessivamente compongono il patrimonio documentario portato in salvo nella provincia di Rieti e altri due archivi sono stati recuperati successivamente, in quanto le condizioni di inagibilità degli edifici che li contenevano si sono verificate in seguito alle scosse del 30 ottobre 2016.

È stato il prefetto Fabio Carapezza Guttuso a sottolineare l’efficienza del mondo degli archivi in questa vicenda e a lui hanno fatto eco tutti gli altri convenuti. Tra questi l’ingegner Paolo Iannelli, oggi alla guida della Soprintendenza speciale per la ricostruzione dei beni culturali, la dottoressa Micaela Procaccia, dirigente della DGA, il comandante Pasquale Marra dei carabinieri TPC, la dottoressa Maria Letizia Sebastiani, dirigente dell’Icrcpal, che ha sottolineato il ruolo svolto dall’Istituto, e l’assessore alla cultura del Comune di Rieti, Gianfranco Formichetti.

La manifestazione, che si colloca nel contesto del progetto nazionale “Domenica di carta”, è stata promossa da Mauro Tosti-Croce, soprintendente archivistico e bibliografico del Lazio, e Roberto Lorenzetti, direttore dell’Archivio di Stato di Rieti, l’istituto dove sono stati ricoverati tutti gli archivi recuperati. Nella drammatica vicenda del terremoto, l’Archivio di Stato ha svolto numerose funzioni, da quella di coprire fin dalle prime ore dopo il sisma la postazione MiBACT all’interno della Direzione di comando e controllo attivata dal Dipartimento della protezione civile, a quella di essere base operativa per tutto il MiBACT, nonché deposito dei materiali tecnici per il recupero dei beni culturali, oltre a partecipare attivamente alle operazioni di recupero degli archivi e a realizzare migliaia di contenitori d’archivio, che sono stati inviati nelle quattro regioni del cratere. Dentro l’istituto reatino si è riusciti in pochissimo tempo, grazie alla collaborazione di tutto il personale, a ricondizionare in nuovi faldoni il materiale pervenuto, riordinarlo e rimetterlo in consultazione dopo pochi mesi. Si tratta di documenti preziosi, oggi molto consultati anche ai fini di progettazione della ricostruzione.

Nella mostra sono stati esposti numerosi documenti, esemplificativi del patrimonio documentario che si è rischiato di perdere. Particolarmente apprezzato è stato il catalogo, impostato come un vero e proprio racconto fotografico del lavoro svolto nel corso dell’ultimo anno. La mostra resterà aperta fino alla fine del corrente anno.

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