Archivi aperti è un'iniziativa curata dal 2015 dall’Anai Abruzzo e ideata allo scopo di portare in archivio un pubblico composto non solo da soci o da professionisti e utenti abituali degli archivi, ma anche da curiosi e appassionati di storia e cultura, per promuovere la conoscenza degli archivi presenti nella regione e del ruolo degli archivisti.
La nostra sezione intende in questo modo far conoscere meglio se stessa, i suoi associati (prevalentemente archivisti) e il patrimonio archivistico di cui la nostra regione è ricca. L’idea che sta alla base dell’iniziativa è quella di far scoprire o riscoprire l’archivio come luogo della cultura, custode della storia di una comunità e di essa pienamente partecipe, mirando ad una fruizione dell’archivio collocato nel suo contesto storico-geografico e in collegamento con il “mondo esterno”.
La formula è semplice: una visita guidata (gratuita e aperta a tutti) effettuata da un archivista che accompagna i partecipanti alla scoperta di un archivio locale, seguita da una passeggiata nel centro storico della città in cui l’archivio stesso ha sede. Si vuole in questo modo costruire un ponte tra ciò che si custodisce in archivio, il lavoro che vi si svolge e ciò che si ha la possibilità di osservare nella realtà di tutti i giorni, nell’intento di rendere evidente il legame tra i documenti custoditi in archivio e la nostra quotidianità: è molto forte, dunque, la volontà di far emergere la connessione – il vincolo, vorremmo dire – tra archivio e città. Il contesto urbano, infatti, è intriso di segnali che rimandano a quanto è riportato sui documenti: il nome di una piazza, la presenza di un edificio o di un’attività: stratificazioni del tempo di cui la memoria cartacea mantiene traccia, a differenza di quella umana. Quasi come in un gioco di prestigio, il bello sta nel dimostrare che quello che si legge in archivio poi, una volta usciti, oplà!, esiste davvero, ha una sua tangibilità.
L’iniziativa è stata inaugurata nella città di Teramo, dove siamo stati ospiti dell’Archivio di Stato e della Biblioteca provinciale Melchiorre Delfico. La sede principale dell’Archivio, edificata tra il XIII e il XIV secolo per ospitare il convento di San Domenico, fu adibita ad uso militare a partire dalla fine del Settecento e destinata infine ad ospitare l’Archivio, inaugurato nel 2010 (sito web dell’istituto). Qui abbiamo scoperto le carte dell’archivio comunale di Teramo, riordinato di recente da una nostra socia, Anna Maria Censorii, che ci ha illustrato le fasi del lavoro e i documenti più significativi rinvenuti. Con un breve tragitto a piedi abbiamo raggiunto e visitato la Biblioteca Delfico, che aveva da poco compiuto i duecento anni di vita: fondata nel 1814 come biblioteca scolastica, attualmente ha sede nello splendido Palazzo Delfico, situato in pieno centro. Grazie alla suggestiva e coinvolgente guida dell’allora direttore, Luigi Ponziani, abbiamo visitato i tanti ambienti a cui normalmente non si accede, che hanno rivelato uno scrigno di tesori ignoti ai più.
Per la seconda tappa ci siamo spostati a Ortona: qui, guidati da Gianfranco Miscia, abbiamo conosciuto le meraviglie che si conservano nell’Istituto Nazionale Tostiano (sito web dell’istituto) che è archivio – biblioteca – museo e conserva differenti tipologie di beni: gli archivi di noti compositori e musicisti, tra cui quello di Francesco Paolo Tosti, da cui l’Istituto prende nome; gli abiti di scena, i programmi di sala, le incisioni delle opere, gli oggetti d’epoca, gli ambienti fedelmente ricostruiti e la biblioteca musicale d’Abruzzo. Una passeggiata attraverso il cuore della città ci ha portati al teatro comunale affacciato sul mare e, per concludere in bellezza, un duo al femminile ci ha fatto ascoltare alcune romanze tostiane.
Il terzo appuntamento si è tenuto a Lanciano, dove i nostri soci Anselmo Martino e Domenico Maria Del Bello ci hanno accompagnati alla scoperta dell’archivio diocesano, proprio nei giorni in cui la Diocesi di Lanciano-Ortona festeggiava i cinquecento anni dalla sua istituzione. L’archivio ha sede nel palazzo vescovile e conserva documenti a far data dal XVI secolo: a partire da qui si è snodato un percorso che ci ha portato a visitare la biblioteca diocesana, il museo diocesano e il centro storico dell’antica città, per arrivare alla Basilica di S. Maria del Ponte e alla vicina cripta dell’Annunziata, dove era allestita la mostra “Cinquecentanni di Fede, Arte e Storia: i documenti e le arti”, con oltre venti pannelli per raccontare la storia della sede episcopale lancianese.
Quest’anno l’iniziativa prosegue con un incontro che si terrà a Sulmona: qui sarà protagonista la Sezione di Archivio di Stato, ospitata in un ex convento francescano in seguito adibito a carcere (come nel caso di Teramo) e divenuto sede di archivio dal 2010. L’istituto conserva fondi di una certa importanza, come l’archivio civico sulmonese, con documenti dal 1276, l’archivio della Casa Santa dell’Annunziata, con documenti dal 1245, o l’archivio della famiglia Mazzara, con carte dal 1428. Nella sede è inoltre allestita una mostra documentaria dedicata alle vicende del campo di prigionia di Sulmona, costruito nel 1916 e utilizzato nelle due guerre mondiali, di cui ora rimangono sparse vestigia. Anche in questo caso una passeggiata a piedi ci consentirà di scoprire le bellezze del centro storico, con un itinerario le cui tappe si collegano, come sempre, ai documenti d’archivio.