L'Archivio storico comunale di Bagnacavallo (RA), suddiviso nelle due sezioni "antica" (sec. XIII-1795) e "moderna" (1796-1976), comprende importanti nuclei e serie documentarie e partecipa a numerose iniziative regionali e nazionali, rivolgendosi soprattutto ai giovani e agli studenti.

Particolare di atto raccolto nella serie "Condemnationes"

Particolare di atto raccolto nella serie “Condemnationes”

Bagnacavallo è un centro della Bassa Romagna, in provincia di Ravenna, con una popolazione di circa 16.000 abitanti, il cui territorio si è sviluppato in epoca romana tra i due fiumi Lamone e Senio. Di epoca romanica è la Pieve di San Pietro in Sylvis che sorge poco lontana dal centro, un centro caratterizzato da un impianto medievale che si arricchì nel corso dei secoli di palazzi nobiliari ed edifici pubblici importanti, tra cui il Palazzo comunale ed il Teatro, rispettivamente progettati da architetti della caratura di Cosimo Morelli e Filippo Antolini. Edifici che andarono così ad affiancare i numerosi conventi già presenti in città, tra i quali spicca l’antico convento di San Francesco, imponente struttura eretta nel XIII secolo, poi ricostruita – nell’assetto che ancora oggi si ammira – nel corso del XVIII secolo.

Citata da Dante nella Divina Commedia (Purgatorio, XIV, 115), Bagnacavallo ha dato i natali agli intellettuali Thomaso Garzoni e Leo Longanesi, al patriota risorgimentale Francesco Berti, al bandito romagnolo Stefano Pelloni (conosciuto come “il passator cortese”), nonché al botanico Pietro Bubani. Qui lavorò come medico condotto per alcuni anni Giulio Goldoni, padre del più noto Carlo, e qui morirono e nacquero Maria Petraccini e Zafira Ferretti, madre e figlia, tra le prime donne scienziate del XVIII secolo.
Oggi Bagnacavallo è un centro noto per essere la terra di produzione del vino Bursôn e per essere citato dall’attore Ivano Marescotti, nativo della frazione di Villanova di Bagnacavallo, famosa per la sua tradizione di intreccio delle erbe palustri.

Questa la storia nota della città, di cui ogni traccia, dall’importanza del Lamone come via navigabile fino al XVIII secolo alla tradizione dei lavori in erba palustre, è rintracciabile e testimoniata nelle carte dell’Archivio storico comunale. Un archivio che si contraddistingue tra quelli dei nove comuni che costituiscono l’Unione della Bassa Romagna per l’integrità e la continuità della sua documentazione, non avendo subito danni causati da calamità naturali, eventi bellici o incuria umana. L’Archivio pertanto conserva le carte prodotte e ricevute dall’Amministrazione dal XIII secolo a 40 anni fa, come previsto dai termini di legge. Le carte fino al 1960 sono conservate presso il centro culturale “Le Cappuccine”, edificio religioso eretto nel XVIII secolo, poi acquistato dal Comune negli anni ’70 del Novecento e riconvertito a centro culturale, in cui trovano sede, oltre all’Archivio, anche le altre due istituzioni culturali del territorio quali la Biblioteca e il Museo civico. Dal 1961 al 1976, la documentazione d’archivio è conservata in una sede allestita presso il Palazzo comunale, mentre la documentazione storico-anagrafica è in capo ai servizi demografici.

L’Archivio, suddiviso nelle due sezioni “antica” (sec. XIII-1795) e “moderna” (1796-1976), comprende importanti nuclei e serie documentarie. Tra questi ultimi, per rarità o per importanza relativa alla storia del territorio, ci piace segnalare il nucleo diplomatico composto da 312 pergamene del Comune, a cui se ne affiancano 162 provenienti dal convento di San Francesco (XIII-XVIII sec.); la serie delle Condemnationes, ovvero 6 volumi pergamenacei datati tra il 1313 e il 1345, in cui sono raccolte le sentenze emesse dal Governatore di Bagnacavallo per reati civili e criminali commessi in città, nonché le Apochae, ovvero le ricevute dei pagamenti esatti dai tesorieri pontifici (XIV sec.). Per la sezione moderna, è da segnalare la presenza dei registri anagrafici di epoca napoleonica, dell’archivio della Guardia civica poi nazionale, degli archivi delle Commissioni comunali erette in seno al Consiglio per presidiare spettacoli, lavori pubblici e biblioteca e di un consistente nucleo di carte afferenti all’ufficio tecnico.
Tra gli aggregati all’Archivio storico – oltre all’archivio delle Opere Pie e quello dell’Ente comunale di Assistenza – segnaliamo l’archivio della Società filodrammatica (1868-1892), quello del Comitato di assistenza e preparazione civile (1915-1919), alcuni relativi a consorzi istituiti per la gestione di acque e strade. Sono conservati in Archivio anche alcuni fondi familiari e personali tra i quali quelli delle famiglie Vaccolini e Zanelli, dello studioso Ettore Contarini e del giurista Giambattista Scardavi.

Oltre a garantire la consultazione per ricerche ad uso scientifico, amministrativo e personale, l’Archivio realizza laboratori didattici con le scuole del territorio, partecipa alla manifestazione Quante storie nella storia. Settimana della didattica in archivio, organizzata a livello regionale, ed è parte attiva nella programmazione culturale della città e dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna. Dal 2006 al 2012 è stato infatti capofila del progetto Open day degli archivi, che ha visto la realizzazione di opuscoli storici su alcuni temi (acque, Risorgimento ed Unità, emigrazione, assistenza civile) studiati a livello di territorio dell’Unione. Tra le attività più recenti è da menzionare l’organizzazione di visite guidate “biografiche” ai luoghi della città, una sorta di repertorio di personaggi ed eventi accaduti in città, narrati grazie alle carte d’archivio nell’ambito della rassegna letteraria Un Paese (2014); la partecipazione al concorso regionale Io amo i beni culturali nell’anno 2014, con il progetto Le parole delle donne, progetto che, classificatosi terzo per la categoria archivi, ha visto la collaborazione dell’Archivio storico comunale con le classi seconde del Liceo “Torricelli” di Faenza (RA), indirizzo scienze umane, per la realizzazione di un laboratorio interdisciplinare che portasse a ragionare sul tema della violenza di genere, partendo proprio dagli atti delle Condemnationes conservati in Archivio, relativi alle violenze perpetrate a danno delle donne. Nel 2016 ha riscosso una buona adesione di pubblico il ciclo di incontri denominato Intervallo, chiacchiere di storia locale, che è rientrato anche tra gli appuntamenti della settimana Ispirati dagli archivi.
L’Archivio è il coordinatore del progetto Fototec@ che vede la sinergia tra privati cittadini detentori di fondi fotografici e l’Amministrazione, nel comune intento di realizzare di momenti divulgativi della storia locale anche attraverso l’ausilio delle fonti fotografiche.

Tutta l’attività dell’Archivio storico, dalla promozione delle ricerche di storia locale alla didattica, dalla divulgazione storica alla collaborazione con altri enti e associazioni, è sottesa dalla consapevolezza e forte convinzione che l’educazione al patrimonio possa essere uno straordinario veicolo di valori di civiltà e convivenza, nonché un prezioso (e anche divertente) strumento di conoscenza.

Per saperne di più

Archivio storico comunale di Bagnacavallo
Via Vittorio Veneto, 1
48012 Bagnacavallo (RA)[t] 0545/280908-912[@] arcstorico@comune.bagnacavallo.ra.it
Orari di apertura
martedì e giovedì 8.30-12.30; 15.30-18.30
sabato 8.30-12.30
Chiuso il mese di agosto

La pagina Facebook                   
La rassegna letteraria Un Paese
Il progetto Le parole delle donne

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