Verificare effetti e prospettive della cosiddetta direttiva Renzi (2014) sulla declassificazione degli atti sulle stragi, per le quali non sussiste il segreto di Stato. A Bologna, un convegno sulla strage di Ustica.
Come procede l’iter della declassificazione degli atti sulla strage di Ustica? Quali problemi si incontrano sulla strada della trasparenza? Quali prospettive di lavoro si pongono per gli archivisti e gli storici e, soprattutto, quale tipo di orizzonte si delinea per i familiari delle vittime della strage, che costituiscono il fronte più drammaticamente sensibile di un’intera collettività, la cittadinanza italiana, privata per decenni di una verità processuale, dopo una lunga trafila giudiziaria?
Se il profilo di una verità storica col tempo si è delineato, individuando i contorni di un affaire internazionale le cui uniche vittime sono state i passeggeri del DC 9-Itavia, certo molto resta ancora da fare e la declassificazione degli atti relativi alla strage fornisce una possibilità di allargamento del bacino di utenti delle fonti. In sostanza, un ampliamento dell’esercizio della democrazia e un’opportunità per analizzare senza schermi le dinamiche politico-giudiziarie innescate dalla strage. Nel frattempo, la vicenda giudiziaria, pur approdata a qualche punto fermo, produce ancora reazioni e opposizioni.
Un convegno, intitolato Ustica. Il bisogno di verità: la direttiva Renzi, promosso dall’Istituto per la storia e le memorie del ‘900 “Parri” E-R e dall’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica – Bologna, cerca di fare il punto su tali questioni. Apre i lavori Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica. Tra gli interventi, si segnalano quello del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti e del vicepresidente ISTORETO Giovanni De Luna. Per l’ICAR, interviene il direttore Stefano Vitali.
La direttiva Renzi, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n° 100 del 2 maggio 2014, consente il versamento agli archivi di Stato di carte classificate in possesso di tutte le amministrazioni dello Stato, secondo un criterio cronologico, dal più antico ai tempi più recenti; vengono così messi a disposizione documenti che, altrimenti, sarebbero destinati a rimanere segreti.
Gli atti indicati nella direttiva, per i quali non sussiste segreto di Stato, sono quelli relativi alle stragi di Piazza Fontana a Milano (1969), di Gioia Tauro (1970), di Peteano (1972), della Questura di Milano (1973), di Piazza della Loggia a Brescia (1974), dell’Italicus (1974), di Ustica (1980), della stazione di Bologna (1980), del Rapido 904 (1984).
Ustica. Il bisogno di verità: la direttiva Renzi
Bologna, 30 giugno 2016, ore 11
Sala ex Refettorio Istituto per le storie e le memorie del ‘900 “Parri” E-R
via Sant’Isaia, 20