In occasione del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri l’Archivio di Stato di Firenze ha organizzato il ciclo di eventi “Dante tra le carte” che si è svolto nel periodo settembre – novembre 2021 in collaborazione con la Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana, le Università di Firenze, Pisa e Roma “Tor Vergata”,  l’Archivio di Stato di Pistoia, la Società Dante Alighieri, la Fondazione Ezio Franceschini e la Fondazione Sistema Toscana.

L’Archivio, infatti, non poteva non contribuire alla ricca, ricchissima serie di rassegne, manifestazioni e mostre che in Italia e nel mondo sono state organizzate per ricordare questo anniversario. Anzi, gli eventi stessi che hanno celebrato nel passato gli anniversari della nascita e della morte del poeta sono di per sé occasioni interessanti di studio di cui l’Archivio conserva memoria e che ha voluto in qualche modo ‘omaggiare’ nella piccola esposizione organizzata nelle vetrine poste all’ingresso dell’Archivio nel medesimo periodo.

Il ciclo, incentrato sulla riflessione sulla figura di Dante, così come testimoniato dalle carte presenti nell’Archivio di Stato di Firenze, e la sua fortuna e percezione, si è articolato in diversi incontri. Sono state previste conferenze cui hanno contribuito studiosi di rilievo, la proiezione di due film muti (in un caso con accompagnamento musicale dal vivo), l’esecuzione di una azione musicale. Gli eventi si sono svolti nell’Auditorium dell’Archivio o presso il cinema La Compagnia in Via Cavour grazie alla collaborazione della Fondazione Sistema Toscana.

In particolare, in Archivio abbiamo voluto portare l’attenzione sul tema “Dante e la sua fortuna tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento”, e specificatamente nell’immaginario fiorentino di quegli anni grazie al supporto visivo della documentazione conservata in Archivio di Stato, delle cartoline della collezione Baldassari in prestito dalla Fondazione Ezio Franceschini, e dei film L’Inferno del 1911 e Dante nella vita e nei tempi suoi del 1922. Hanno contribuito alla realizzazione del percorso espositivo, con la selezione dei pezzi, la stesura dei testi e l’allestimento: Claudia Borgia, Chiara Cappuccini, Fabio D’Angelo, Giada Genua, Simone Sartini, Irene Zanella.

Inoltre, domenica 10 ottobre 2021, in occasione della Domenica di carta, abbiamo presentato l’incontro “Dante sulle carte e in musica” in cui l’attenzione si è concentrata, invece, sulla vita e l’esperienza umana di Dante con un focus speciale sulle donne che il Poeta ha conosciuto e amato: la madre, la moglie, le sorelle, Beatrice.

È stato osservato recentemente come Dante abbia avuto una concezione modernissima della donna. In un tempo in cui si discuteva se la donna avesse o no l’anima Dante spiega che la specie umana supera ogni cosa contenuta nel cerchio della Luna (cioè sulla terra) grazie alla donna. È la donna che salva l’uomo, è Beatrice che salva Dante. Anzi, quando Dante si smarrisce nella selva oscura si mette in moto una catena di donne per salvarlo.

Attraverso le carte conservate in Archivio di Stato è stato possibile seguire le tracce concrete che hanno lasciato le donne che hanno giocato un ruolo significativo nell’esistenza terrena del poeta. Non sono tracce ‘poetiche’ e per nulla affatto ‘angeliche’, ma precise presenze all’interno di atti di natura economica ed amministrativa relativi alla gestione dei loro beni, dotali e non.  Accanto a queste sono state allestite vetrine dedicate alle fasi salienti della vita politica di Dante – l’ingresso nelle corporazioni degli Arti e degli Speziali, l’ambasceria a San Gimignano, la carica di priore, la condanna all’esilio. I documenti esposti non hanno costituito a rigore ‘una mostra’, ma hanno contribuito a dare sostanza al dialogo che con essi hanno intrecciato i vari esperti o artisti che si sono susseguiti nell’illustrarle a loro modo .

Il tema scelto per la Domenica di Carta è stato approcciato seguendo due percorsi. Il primo – di taglio paleografico e diplomatistico – si è svolto sotto la guida di Teresa De Robertis (Università degli studi di Firenze) e Laura Regnicoli (Archivio di Stato di Pistoia). Entrambe infatti hanno contribuito, insieme a Giuliano Milani e Stefano Zamponi, alla nuova edizione commentata del Codice diplomatico dantesco, pubblicato dalla Salerno Editrice nel 2016, costituito in buona parte da documenti conservati proprio presso l’Archivio di Stato.

Il secondo percorso, sicuramente più creativo, ma non per questo meno filologico o attento ai documenti, è stato quello dell’azione musicale “Alla ricerca di Dante” composta dal Maestro Federico Bonetti Amendola che l’Archivio ha coinvolto per l’occasione. Personalmente l’avevo già conosciuto per altri suoi lavori / esplorazioni sulle figure di grandi del nostro passato: Francesco d’Assisi e Galileo Galilei. Sapevo pure che aveva lavorato su Dante, tanto che il Comitato nazionale per le celebrazioni dantesche aveva concesso il proprio patrocinio alla sua opera. Da qui il sodalizio che Federico Bonetti Amendola ricorderà con le sue parole:

«Dovendo comporre un’opera di narrazione musicale ispirata a Dante mi chiedevo se ci fosse ancora spazio per un po’ di mistero, per una prospettiva inesplorata. La soluzione, come talvolta avviene, me la donò il destino a Ravenna qualche anno fa. Era un pomeriggio di metà settembre e ricordavo come il Poeta, quasi sette secoli prima, avesse affrontato proprio lì il suo ultimo viaggio. Nessuno per la strada; mi sentivo quasi in una piazza metafisica di De Chirico; in lontananza un’orchestrina di liscio provava un valzer. Ecco l’idea: io, testimone di oggi di quel tempo sospeso, immagino Dante dietro una di quelle finestre. La nostalgia, evocata da un valzer da balera, è lacerante; l’impronta musicale di tutta l’opera sarà decisamente popolare, la più adatta, secondo me, a rievocare Dante.
Lui è lì, nella sua stanza, febbricitante, delirante, al timone della sua barca, su un mare interiore che lo mette alla prova. I ricordi si accavallano: l’esilio, il suo nome scritto sul Libro del Chiodo, la ferocia dei suoi nemici, ma anche quella, subdola, di un Papa che tradisce la sua missione. E le sue donne: Beatrice, ma anche Gemma, moglie e madre, che salvò in segreto i primi canti della Commedia lasciati a Firenze. Tiene forte il timone; come ciurma ha l’intera umanità, condannata, penitente, beata: è il capocomico della Compagnia della Commedia… Ma poi resta solo. Il suo sguardo, sempre così severo, si schiude finalmente al sorriso, illuminato da quella Luce che si affaccia sul mistero».

Per saperne di più

Il video dell’intero racconto in musica, che comprende anche cinque brani per tenore e pianoforte su testi di Dante, registrato nell’Auditorium dell’Archivio di Stato di Firenze, è disponibile al link https://youtu.be/btER1Hyx9P0. Nei crediti sono elencati autori e interpreti, i brani staccati e i relativi minutaggi per una più agevole fruizione.

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