In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2020, l'Archivio di Stato di Firenze e la Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana hanno offerto al pubblico, online e in presenza, una declinazione "variegata" del tema ufficiale dell'evento: Imparare per la vita.

Imparare per la vita è lo slogan scelto dal MiBACT, prendendo spunto da quello proposto dal Consiglio d’Europa Heritage and Education – Learning for Life, per richiamare i benefici che derivano dalla esperienza culturale e dalla trasmissione delle conoscenze nella moderna società.
La proposta ministeriale, infatti, è stata quella di riflettere sul ruolo che la formazione ha avuto, e continua ad avere, nel passaggio di informazioni, conoscenze e competenze alle nuove generazioni, e sul valore che il sapere tradizionale può assumere in rapporto alle inedite sfide del presente e al crescente peso della moderna tecnologia.

All’indomani delle varie iniziative che, va sottolineato, hanno riscosso un notevole successo sono d’obbligo alcune riflessioni. L’appuntamento delle Giornate Europee quest’anno ha rappresentato infatti una esperienza sicuramente unica: la prima grande kermesse culturale, in parte in presenza, dalla riapertura degli istituti dopo il lockdown provocato dalle politiche governative di contrasto e contenimento del Covid19. La natura degli eventi in sé, la reazione e la partecipazione del pubblico sono state naturalmente influenzate da questa circostanza e non è possibile non tenerne conto per una loro valutazione complessiva.

Per chiarezza e semplicità espositiva presenterò in calce alla descrizione di ciascuna iniziativa proposta alcune osservazioni sul loro effettivo andamento ed eventuali spunti per iniziative future.

Archivio di Stato di Firenze

Archivio: luogo di trasmissione del sapere
Nei giorni di sabato 26 settembre e di domenica 27 settembre sono state effettuate due aperture straordinarie della sala studio, dalle 8.30 alle 12.20. L’iniziativa è nata dalla volontà di accrescere la possibilità di fruizione degli studiosi, limitata dalle restrizioni imposte dalla normativa anticontagio da Covid-19.

Così, coinvolgendo tutto il personale disponibile dell’Archivio, è stato possibile organizzare due sessioni di studio in più con presa dei pezzi su prenotazione. Un gesto simbolico per offrire qualche ora di consultazione extra nella Sala studio dell’Archivio e per alleviare, seppure minimamente, il disagio dei ricercatori che devono cercare di rispettare i termini di consegna dei loro lavori nonostante le restrizioni di accesso alle fonti provocate dal forzato contingentamento dei posti disponibili in Sala e delle prese. È inutile segnalare come i posti disponibili siano stati letteralmente presi d’assalto. L’iniziativa sarà ripetuta in occasione della prossima Domenica di carta (11 ottobre 2020).

Historia magistra vitae
Nelle stesse giornate, l’Archivio ha proposto sul proprio sito una mostra virtuale, a cura di Francesca Roggi, incentrata sulle carte del processo celebrato contro Vincenzo Peruggia, il noto ladro della Gioconda, condannato nel 1914 dal Tribunale di Firenze. Concepito a seguito di un recente intervento di digitalizzazione che ha interessato l’intero fascicolo processuale, il percorso mette in evidenza i documenti più significativi (verbali, interrogatori, perizie, lettere private e fotografie), utili per ricostruire le fila della vicenda giudiziaria nel suo intricato dipanarsi tra Parigi e Firenze.
Con la pubblicazione online di questa mostra virtuale l’Archivio ha inaugurato la nuova sezione del sito istituzionale dedicato proprio alla pubblicazione degli itinerari espositivi: uno strumento potente che permetterà di valorizzare i materiali, metterli in relazione tra loro e creare storie che possano contribuire ad incuriosire nuove fasce d’utenza o soddisfare le esigenze conoscitive degli aficionados. Il successo di pubblico di cui la mostra ha goduto – 3566 visualizzazioni, 295 interazioni in 7 giorni – fa presagire come lo strumento in questione possa davvero aiutare nella diffusione più capillare della conoscenza dei materiali dell’Archivio.

• Il sapere ereditato: la nuova vita di un archivio
Domenica 27 settembre è stata annunciata sui rispettivi siti e canali social dell’Archivio e della Soprintendenza una donazione importante per l’Archivio fiorentino e per il suo patrimonio: la donazione da parte della figlia Enrica Paradiso dell’archivio di Elisabetta Insabato, venuta a mancare esattamente due anni fa, il 27 settembre 2018.
Le carte personali di studio e di lavoro, i libri raccolti, schedati e studiati nel corso dell’instancabile attività della studiosa sono arrivate quindi nello stesso Istituto in cui la Insabato, in veste di funzionaria della Soprintendenza Archivistica per la Toscana, ha fatto in modo che importanti archivi trovassero adeguata sistemazione: archivi di famiglia, di personalità, di architetti e ingegneri.
A parte la coincidenza del giorno della ricorrenza della sua morte e delle Giornate Europee del Patrimonio è sembrato davvero opportuno ricordare la sua figura in questa occasione – incentrata sul ruolo che la formazione ha avuto e continua ad avere nel passaggio di informazioni, conoscenze e competenze alle nuove generazioni – per il ruolo che giocò nella formazione di molte generazioni di giovani.
Elisabetta Insabato infatti è stata docente in corsi speciali di formazione, qualificazione e aggiornamento professionale, specie per archivisti di enti locali e laureati, ordinatori di archivi storici, con lezioni di Legislazione archivistica, Archivistica speciale (archivi familiari) e su criteri di ordinamento e inventariazione, organizzati dalla Soprintendenza archivistica per la Toscana e dalle Amministrazioni regionale e provinciali (Arezzo, Firenze, Livorno, Massa Carrara, Pisa), oltre ad aver tenuto lezioni di Archivistica speciale presso la Scuola di archivistica, paleografia e diplomatica dell’Archivio di Stato di Firenze. Ha contribuito quindi assai attivamente alla formazione di decine di giovani futuri archivisti e questi la ricordano ancora con riconoscenza ed affetto come dimostrano le diverse attestazioni di stima nei suoi confronti che l’Archivio e la Soprintendenza hanno raccolto in questi giorni. Assai significativo in tal senso uno dei commenti postati in calce al comunicato dedicato sulla pagina Facebook dell’Archivio: Gli archivisti speciali, poi, generano anche altri archivisti… Tutti i giorni cerco – ma è difficile – di essere all’altezza.
In generale, questa pagina ha raggiunto 5861 visualizzazioni con 877 interazioni nell’arco di 6 giorni.

Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana

• Riversare per conservare di generazione in generazione
Alle ore 16 del 26 settembre nella sede della Soprintendenza è stata organizzata una conversazione – anche fruibile in diretta streaming su Facebook (@ICBSA facebook) – tra i protagonisti di una importante operazione di passaggio di competenze ed informazioni che ha avuto luogo nel corso del 2019-2020: il lavoro di riversamento presso i laboratori dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi di quasi 500 nastri del materiale audio dell’archivio Savona Mannucci (Quartetto Cetra), archivio conservato nel Senese, dichiarato di interesse e vigilato. Il lavoro ha visto coinvolti accanto a Carlo Savona, figlio di due dei componenti del celebre Quartetto Virgilio Savona e Lucia Mannucci, la Direzione generale Archivi, la Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana, l’Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi e il Conservatorio di musica “Giuseppe Tartini” di Trieste.
Dagli interventi dei vari protagonisti del lavoro è emersa l’importanza che ha proprio la componente generazionale nel passaggio delle conoscenza: da un lato, Carlo Savona così impegnato nel mantenere viva la memoria dell’opera artistica dei genitori che hanno fatto la storia della musica e del teatro leggero italiano; dall’altro, la ‘staffetta’ tra il personale tecnico dell’ICBSA (Bruno Quaresima, Luciano D’Aleo, Francesco Baldi) e gli studenti del Conservatorio di Trieste (Vid Antoni e Andrea Maier, allievi del professor Marco Maria Tosolini). Anche in questo caso è illuminante la testimonianza di uno dei protagonisti del progetto, Vid Antoni, che a proposito dell’esperienza fatta scrive: «Ricordo in particolare diversi nastri che si spezzavano, avevano registrazioni diverse su due canali, registrazioni invertite, sbalzi di intensità, problemi di riavvolgimento, etc.; ogni problema richiedeva una soluzione diversa ed era il mio incarico trovare di volta in volta una situazione. Da qui in poi il lavoro procedeva sempre più veloce, apprendendo tanto del lavoro anche nella pause pranzo con Bruno: esperienze di diverse registrazioni fatte in chiese, auditorium e sale, diversi tipi di strumenti di registrazione (tipi di microfoni da usare in situazioni diverse), come ottenere un buon suono di riproduzione tramite altoparlanti, organizzazione di eventi musicali».
Quel pomeriggio in presenza si è segnato solo uno spettatore, ma sono state contate 260 visualizzazioni in diretta. A una settimana di distanza le visualizzazioni sono arrivate a 593.

• Visite guidate
Alla scoperta della bellezza del Palazzo Neroni con i funzionari della Soprintendenza. Delle tre visite offerte una sola si è svolta regolarmente per via della scarsità delle prenotazioni ricevute.

In conclusione, eccezione fatta per la Sala studio dell’Archivio, in cui i posti in presenza disponibili sono stati tutti prenotati, gli eventi online dell’Archivio e la versione online della conferenza della Soprintendenza hanno riscontrato un successo di pubblico maggiore rispetto alle manifestazioni in presenza.
Diversi fattori possono avere contribuito a determinare questa situazione: la sovrabbondanza di eventi in presenza e non, concomitanti, che ha spinto il potenziale pubblico a optare quando possibile per le versioni online così da potere partecipare a più manifestazioni anche se in differita; la paura persistente del contagio in luoghi chiusi e con presenza di pubblico, la sempre maggiore dimestichezza del grande pubblico – determinata anche dall’esperienza del lockdown – ad avvalersi dei social media per partecipare ad eventi. I nostri Istituti negli anni hanno saputo ‘crescersi’, ‘fidelizzarsi’ un pubblico, anche significativo, di habitué della presenza. L’esperienza del lockdown ha forse contribuito un poco a disperdere questo pubblico che andrà progressivamente ‘riconquistato’, ma al contempo ci ha mostrato la potenzialità dei social per attirare un pubblico nuovo, diverso e che potrebbe essere anche più numeroso. A noi la sfida della creatività per immaginare, accanto a un calendario di manifestazioni in presenza, incontri ed esperienze significative da proporre anche da remoto!

Per saperne di più

Sito dell’Archivio di Stato di Firenze
Sito della Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana
Mostra virtuale sul ladro della Gioconda, Vincenzo Peruggia, a cura di Francesca Roggi

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